Quando la differenza la fa il bicchiere

Non vi stupisca se desidero portare la vostra attenzione su un argomento su cui ognuno ritiene di poter dire la sua, ovviamente sempre a ragione. Siamo il paese in cui tutti sono grandi statisti, grandi allenatori di calcio, grandi amministratori, pensiamo sempre di saperne di più di chi in quel momento è designato e stato scelto per agire. E così è per il vino e per i bicchieri. Perché preferite bere il caffè in una tazzina e non in un calice? Perché la birra non la bevete in una bella tazza da tè magari di porcellana? Sono convinto che magari qualche volta la domanda ve la siete posta ma non avete poi avuto modo di approfondire. E il caffè al vetro? E la tazzina da caffè da ustione tale che appena avviciniamo le labbra vorremmo dirgliene due al barista…?

Ad ogni vino il suo bicchiere. Partiamo da qui. Senza esagerare, l’eccesso in quanto tale stroppia. Adoperiamo un approccio moderato ed andiamo a distinguere non solo per colore ma per caratteristiche e specificità. Vino bianco giovane, vino bianco meno giovane, così per i rossi, e poi bollicine in generale, vini dolci, superalcoolici.

Non ci sono regole scolpite nella pietra, però ci sono scienziati e studiosi che effettuano ricerche ed esperimenti ed i risultati ad oggi sono degni di nota ed evidenza. Riservatevi a tal proposito un buona fetta di tempo, una discreta dose di curiosità ed immergetevi nel sito web di Riedel (www.riedel.com). Rimarrete se non altro affascinati. Forma di bicchieri e calici immaginata e costruita sul contenuto per dare a chi si appresta a degustare un’esperienza sensoriale a tutto tondo, a partire dalla vista (il colore del vino prepara già olfatto e gusto), per arrivare alla fase conclusiva che è quella dell’assaggio, dove il nostro palato si erge a giudice unico e supremo, e decreterà il piacere o meno del vino che stiamo bevendo. Un’ultima considerazione: si stanno per avvicinare le feste natalizie, è il periodo dell’anno in cui il vino fa bella mostra di sé sulle tavole tanto di casa quanto dei ristoranti. Spumanti e Champagne diventano protagonisti per i brindisi ben auguranti. Se potete non versate la vostra bollicina in un calice alto e stretto, la flûte, o nella classica coppa da champagne; so che può fare chic ed elegante ma allo stesso tempo non permette al vino di esprimersi al giusto modo. Adoperate un calice sì alto ma non stretto se non alla base per permettere al perlage (le microbollicine caratteristiche di un vino “frizzante”) di esprimersi al meglio (http://goo.gl/pA1Nto), e vedrete che già l’olfatto vi ringrazierà. A proposito di feste e relativi vini, ne scriviamo a breve. Seguiteci.

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Sono nato a Velletri, ho vissuto una prima vita a Gaeta. Una seconda meno stanziale in movimento tra Italia ed Europa. Ora vivo e lavoro a Milano da più di dieci anni, scrivo professionalmente da quattro. Mi muove una profonda passione per il mondo del vino e per tutta la gastronomia. In realtà nutro anche un particolare trasporto per l'automobile, per la fotografia, per l'arte. Amo il bello ed il buono. Sono di natura curioso, amo ricercare, radici e storie, tanto di persone quanto di aneddoti e curiosità. Prendo questo spazio come un ritorno alle origini e vi racconterò un po' di me attraverso le storie degli altri.