Aprilia, al Meucci una lezione sui diritti umani con Giorgio Fornoni

I diritti dell’uomo, al centro del primo incontro legato al progetto Bookmovie School Project, dell’Istituto Superiore Antonio Meucci di Aprilia. Ospite d’eccezione questa mattina, presso l’aula magna della scuola di via Carroceto, il giornalista indipendente Giorgio Fornoni. Per il secondo anno il Meucci di Aprilia, porta avanti il progetto finalizzato ad avvicinare i giovani alla lettura, che prevede una serie di incontri con artisti, scrittori, attori e registi e al termine la realizzazione da parte degli studenti di cortometraggi. Il primo appuntamento, questa mattina, con il noto giornalista che in quarant’anni di carriera ha visitato i paesi più poveri al mondo, teatro di guerre e di ingiustizie, soprusi riportati nei documentari trasmessi anche dalla trasmissione televisiva report, che nel 1999 in una puntata intitolata “L’altra faccia del giornalismo”, parlò proprio del lavoro svolto dal giornalista indipendente, inaugurando una lunga collaborazione tra Fornoni e la Rai. Tra i temi trattati durante l’incontro con gli studenti, anche attraverso il supporto delle immagini e dei video, le sofferenze del popolo tibetano, che dal 1959 rivendica il diritto di esistere, l’inchiesta sulla pena di morte, un lavoro durato 1 anno e mezzo, durante il quale il giornalista ha raccolto testimonianze dei condannati a morte, raccontando la sofferenza delle vittime ma anche dei carnefici nell’andare incontro al proprio destino. Tra i temi di più stretta attualità, l’inchiesta sullo sfruttamento e il depauperamento del Congo, ad opera delle lobbie economiche strettamente legate all’occidente, in particolare il traffico illecito del coltan, materiale utile ai paesi occidentali per la realizzazione di telefoni e apparecchi di alta tecnologia, un settore economico di fatto gestito dalle mafie locali, a scapito delle popolazioni, tra le più povere del mondo. Immancabile la parentesi dedicata alla guerra dal punto di vista del popolo. Fornoni, nel 1996 in Afghanistan ha testimoniato la battaglia che ha portato all’ulteriore avanzata dei talebani verso Kabul e documentato la guerra in Cecenia, intervistando la giornalista Anna Politkovskaja, ha ribadito il significato di quarant’anni di lavoro, che ha contribuito a portare alla luce verità scomode, in un lungo, doloroso viaggio nella sofferenza umana. “La sofferenza vera di chi vive in situazioni al limite- ha spiegato- ti cambia, rappresenta un punto di rottura. Meglio raccontare e assistere agli orrori che lasciarsi travolgere dall’indifferenza”. Ferma la condanna sulla strage di Parigi. “Una condanna totale per l’Isis-commenta Fornoni- l’esempio di cosa di come il ribollire dell’odio possa generare una forma di vendetta ancora più distruttiva. Di fronte a tanto orrore, l’occidente deve domandarsi quale mano ha armato i guerriglieri, scelti tra persone che non hanno più nulla da perdere”.