Terracina, il Sestante cerca alleati ma avverte: o si pesca fuori dai partiti o non si vince

Agostino Pernarella

Perché presentarsi alle elezioni amministrative di Terracina del 2016? Il Sestante, che ha messo in campo come candidato sindaco Agostino Pernarella, spiega all’elettore le ragioni del suo impegno, chiarendo la sua natura di formazione civica contro i tentativi di incasellarla in qualunque schieramento tradizionale. “Il Sestante – si legge in un post pubblicato sul sito dell’associazione – non è una formazione di centrosinistra; il Sestante non è una formazione di centrodestra; il Sestante non è neanche una formazione di centro. Il Sestante, che non è nato per presentarsi alle elezioni amministrative del 2016, esistendo da oltre trent’anni (sia pure in modo discontinuo), Il Sestante, dicevamo, si propone nelle ormai imminenti elezioni ‘costretto’ proprio dalla ormai cronica inadeguatezza del centrosinistra e del centrodestra”.

Interesse collettivo all’angolo per 14 anni di centrodestra

“Quattordici anni di centrodestra -si argomenta nel post-, nelle due varianti rappresentate da Stefano Nardi e da Nicola Procaccini, hanno reso regola la subordinazione dell’interesse collettivo alle esigenze dei leader e delle loro corti. Se il principio dell’azione è questo, tutto diventa possibile: per esempio, dichiarare il dissesto finanziario del Comune, dopo avere imperniato la propria campagna elettorale sull’impegno contrario; costruire un appalto della raccolta rifiuti che garantisce tutti i guadagni alla ditta e niente ai cittadini; sfiduciare il proprio sindaco, come ha fatto Forza Italia, per ragioni così poco chiare da essere ora all’attenzione della magistratura; allearsi con il proprio più accanito avversario, come invece ha deciso Procaccini, senza alcuna ragione che non derivasse da esigenze aritmetiche (i numeri della maggioranza) con contropartita di una fetta di potere”.

E nel centrosinistra privilegiate le carriere dei singoli

Le cose, afferma il Sestante, non vanno meglio nel centrosinistra ed in particolare nel Pd, dove “vige lo stesso principio, il quale, non potendo essere applicato pienamente nella gestione amministrativa, riservata al centrodestra, viene esercitato nella gestione del partito”. Tanto è vero che “tre sconfitte consecutive nelle ultime tre amministrative non hanno indotto i dirigenti del Pd locale a desistere da una prassi interna che pone al centro delle scelte le carriere politiche dei singoli. Non è arbitrario dedurre da ciò che un sindaco di quel partito replicherebbe quasi per istinto l’egoismo del centrodestra nell’amministrazione del Comune”.

O si pesca fuori dai partiti o non si vince

L’impegno politico del Sestante  “nasce dunque dal giudizio che i tradizionali schieramenti politici ed il loro personale non sono culturalmente attrezzati per governare nell’interesse pubblico, se per cultura si intende una determinata concezione del potere ed azioni conseguenti”. Ma la formazione civica traccia un solco invalicabile soltanto “nei confronti di tutti i partiti (Forza Italia compresa) che hanno governato questa città nell’ultima consiliatura e di tutti gli assessori e consiglieri comunali che hanno sostenuto, anche solo per un tempo limitato, le amministrazioni Procaccini”. Nei confronti degli altri, “singoli, associazioni, partiti”, Il Sestante offre “piena disponibilità, alla condizione che il candidato a sindaco dovrà essere esterno a qualsivoglia forza politica”. Perché, come termina il Post,  “o si pesca fuori dai partiti o non si vince”.