E Terracina Rialzati rivuole l’imperatore Antonino Pio

La statua dell'imperatore Antonino Pio

Ormai è gara a Terracina nel vasto panorama dei beni culturali: c’è chi al museo civico vedrebbe esposta la Cassa di Terracina e chi nelle stesse stanze affiancherebbe la statua dell’imprenditore romano Antonino Pio. Il fiorire delle iniziative stuzzica l’appetito. E’ di oggi la richiesta di Terracina Rialzati rivolta al Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo e al commissario straordinario del Comune di Terracina affinché la statua dell’imperatore romano torni a casa.

La statua dell'imperatore romano Antonino Pio
La statua dell’imperatore romano Antonino Pio

Proposte concrete, con minimo sforzo

“Favorevolmente stimolati – scrivono gli esponenti dell’associazione culturale  – da un ritrovato entusiasmo per la cultura e i beni monumentali della città da parte dell’Amministrazione (il nuovo Commissario, Erminia Ocello), della politica (è gara a chi trova il miglior ‘presente culturale’ da offrire agli elettori), dei normali cittadini (è ormai ben avviato l’iter di richiesta Unesco, logica conseguenza della delibera che riconosce Terracina, ‘Città d’Arte’), abbiamo deciso di inoltrare formali richieste agli organi competenti e agli attori della prossima campagna elettorale e futura Amministrazione, che abbiano per oggetto proposte culturali concrete, da potersi realizzare con il ‘minimo’ sforzo”.

Il ritrovamento nel 1958

La storia della statua dell’imperatore nasce a Terracina con il suo ritrovamento, nel 1958, e con una conseguente controversia. Nell’estate di 58 anni fa, ricostruisce Terracina Rialzati, l’imperatore fu ritrovato nei pressi delle vecchie autolinee, durante gli scavi per gli alloggi popolari. L’inestimabile reperto fu subito acquisito dalla Soprintendenza e trasportato a Roma.

Il ratto della statua

“A nulla valsero nei mesi e negli anni successivi le richieste per una sua restituzione al locale Museo Civico Pio Capponi – spiega l’associazione – . Le Istituzioni nazionali furono irremovibili sulla collocazione, rimarcando come causa principale, si legge in un nota conservata in Comune, “quella opportuna sistemazione che si desidererebbe per un pubblico Istituto“, cosa che il nostro Museo negli anni’50 evidentemnete non garantiva. Da allora tantissime cose sono cambiate, anzi siamo andati oltre: le sale espositive sono state aggiornate e profondamente rivisitate; i nostri palazzi storici, come il settecentesco Palazzo della Bonificazione Pontina, messi a disposizione del Sistema Museale Urbano, un progetto di respiro internazionale approvato di recente per la valorizzazione dei nostri Beni culturali”.

Il parere del Consiglio superiore delle Antichità

La speranza di Terracina Rialzati di riportare in città la statua, non poggia solo sul riassetto del museo civico di Terracina ma anche da quanto emerge dalle carte custodite negli archivi comunali. L’8 febbraio 1960 – documenta l’associazione – così si esprimeva lo stesso Ministero sulla restituzione della statua, in occasione di un’ipotesi di calco in gesso avanzata dalla Soprintendenza:  “Si comunica che il Consiglio Superiore delle Antichità e Belle Arti ha preso in esame la domanda di autorizzazione ad eseguire il calco della scultura raffigurante l’imperatore Antonino Pio, rinvenuta a Terracina, da inviare a quel Museo Civico in luogo dell’originale richiesto dal Comune. Il predetto consesso, pur mostrandosi propenso alla destinazione dell’originale dell’opera al Museo Civico di Terracina, non si è dichiarato contrario all’esecuzione del calco. La S.V. è pertanto autorizzata ad effettuare la riproduzione della scultura, con l’adozione di tutte quelle garanzie e cautele che il lavoro richiede.”

Basta una semplice domanda

Il più alto organo istituzionale all’interno del Ministero, già allora si era espresso favorevolmente alla restituzione al Museo Civico di Terracina del ritratto statuario originale di  Antonino Pio:  “Oggi quindi – conclude Terracina Rialzati – basterebbe riprendere in mano l’atto con la volontà favorevole del Consiglio superiore, controllare nuovamente l’intera vicenda, e disporre formalmente una domanda di restituzione al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Restiamo in ascolto… “