Sciopero dei braccianti, riflessioni e proposte dei candidati sindaco di Terracina

Sono passati tre giorni dallo sciopero dei braccianti che hanno manifestato a Latina: gli immigrati, per una volta, hanno incrociato le braccia per rivendicare il diritto al lavoro con pari dignità senza essere sfruttati. Per un giorno hanno alzato la testa e costretto l’imprenditoria del settore agricolo a fare qualche riflessione. Sostegno, condivisione ma anche un marea di critiche da parte del mondo politico, a seconda di quello o di quell’altro orientamento. La questione ha riguardato anche Terracina dove, fresca di giornata, era arrivata la sfuriata in piazza dei leghisti, con in testa Matteo Salvini. Poi qualche ora di silenzio e via a nuove analisi. A parlare adesso sono alcuni dei candidati sindaci di Terracina, con riflessioni e proposte per l’immediato futuro.

Nicola Procaccini
Nicola Procaccini

Procaccini: questo è il dramma del popolo della terra

Nicola Procaccini ha affidato le sue riflessioni ad un post pubblicato sul suo profilo Facebook con una foto riportante una coltura in serra di zucchine andate a male per il mancato raccolto. L’esponente di Fratelli d’Italia scrive: “Solo entrandoci dentro (la serra, ndr), si può vedere il buco nero in cui sono precipitati gli agricoltori del nostro territorio. Solo aprendo gli occhi e le orecchie di fronte a loro, si può comprendere da che parte sta la verità. No, questa non è la rivolta degli sfruttati contro gli sfruttatori. Questo è il dramma del popolo della terra, italiano, onesto, operoso. Abbandonato.

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Gianluca Corradini

Corradini: tutelare i diritti dei lavoratori ma anche le aziende

Il candidato sindaco Gianluca Corradini, invece, un tono diplomatico: “Bisogna tutelare i diritti dei lavoratori ma anche le aziende agricole”. “A proposito delle conseguenze scaturite dalla protesta in atto dei braccianti agricoli extracomunitari – spiega -, credo che vadano tutelati i diritti dei lavoratori ma ancor di più gli sforzi di coloro che investono risorse in un comparto così importante per il nostro territorio. Purtroppo questa guerra non giova a nessuno. Le situazioni vanno affrontate per trovare delle soluzioni. Oggi molte aziende non disponendo dell’adeguata manodopera hanno chiuso i battenti gettando il diserbante sulle colture. Questo è inaccettabile ed è il frutto di strumentalizzazioni della Flai Cgil. La mia proposta è quella di formare un tavolo tecnico al quale partecipino il Prefetto di Latina, la Coldiretti e le sigle sindacali. L’obiettivo? Salvaguardare le oltre mille imprese agricole migliorando per quanto possibile le condizioni di lavoro dei migranti impiegati in agricoltura”. “Il comparto agricolo – conclude – rappresenta l’11% dell’attività produttiva e, in questo periodo di crisi, è stato l’unico settore a mantenere stabili i livelli di occupazione. Ma tutto quello che è stato fatto finora si deve solo ed esclusivamente alle iniziative e agli sforzi delle singole cooperative agricole. La valorizzazione dei nostri prodotti è anche e soprattutto promozione per la nostra città e per il nostro territorio. Per questo le imprese agricole non possono essere lasciate da sole: bisogna fornire loro gli strumenti per essere competitive sul mercato nazionale e internazionale.

Gina Cetrone
Gina Cetrone

Cetrone: lo sciopero dei braccianti, le elezioni, e le grida manzoniane

.”Fatto salvi i diritti dei lavoratori, a questo ci devono pensare gli imprenditori di concerto con le organizzazioni sindacali – esordisce Gina Cetrone -, il quadro che la nostra agricoltura palesa è davvero sconfortante per una serie di ragioni”. “La prima – entra nello specifico – concerne alla mancanza di una vera politica locale a supporto reale del settore agricolo terracinese, lasciato da troppo tempo alla pur lodevole iniziativa dei singoli imprenditori. La seconda riguarda la mancata difesa delle produzioni di eccellenza, la loro pubblicizzazione sui mercati nazionali e internazionali, il deficitario percorso per raggiungere le certificazioni di prodotto di eccellenza made in Terracina. Altro dato importante da tenere a mente, in controtendenza nazionale: sul nostro territorio il numero degli imprenditori agricoli sta aumentando e molti di loro sono giovani e laureati”. Per il candidato sindaco manca, però, “al netto delle grida manzoniane di qualche soggetto errante della politica terracinese, una vera comunione d’intenti tra Ente Locale e imprenditori agricoli, per concentrare ogni sforzo possibile affinché l’intero comparto possa generare utili d’impresa duraturi nel tempo e un’immagine positiva per la città di Terracina”. “Noi siamo consapevoli – conclude Cetrone – della mission che abbiamo di fronte, questa non ci spaventa e vogliamo fare sul serio. Anche bypassando oggi le belle parole e le facili promesse che alcuni competitor stanno forsennatamente spendendo in maniera gratuita, per dedicarci dopo il 5 di giugno, con responsabilità e competenza, al governo della nostra Città”.

Alessandro Di Tommaso
Alessandro Di Tommaso

Di Tommaso: verificare le difficoltà e trovare soluzioni, no alla demagogia

Alessandro Di Tommaso si dice stupito per quanto letto sulla stampa e sui social: “Oggi Corradini scopre la necessità di un confronto tra le parti – attacca – ; oggi Procaccini scopre il dramma delle zucchine lasciate marcire nelle serre. Ma che bravi che sono! Vorrei ricordare a questi signori che in quattordici anni di centrodestra hanno creato il deserto nelle aziende del settore, senza che fossero portate avanti politiche idonee alla tutela dei prodotti e di sostegno agli imprenditori, ma che soprattutto non hanno voluto conoscere chi stava e sta piegato nei campi e nelle serre per raccogliere i frutti della nostra terra. Ecco, io dico che è imbarazzante. Non sappiamo quanti sono (4.000, 5.000?), non sappiamo da dove vengono, dove vivono, se hanno figli e se gli stessi vanno a scuola. Nessuno si è preoccupato di questa parte della popolazione. E oggi questa politica assente grida allo scandalo, si meraviglia di una manifestazione di protesta ignorando le proprie responsabilità. Siamo al paradosso”. “Il mio impegno – conclude – è quello di metterci intorno ad un tavolo perché le parti interessate, aziende e lavoratori, dialoghino per ritrovare il giusto equilibrio e trasformare la protesta in un superamento delle criticità viste nella loro interezza. In questo contesto saranno sostenute politiche in grado di azzerare le differenze tra i singoli di qualsiasi categoria sociale. La mia proposta è quella di verificare le difficoltà dell’una e dell’altra parte e di tendere ad entrambe una mano scovando fondi, contributi e agevolazioni per l’imprenditoria agricola e per il sostegno ad una migliore socialità degli immigrati al servizio delle nostre aziende, perché anche loro siano messi nella condizione di vivere degnamente nella nostra città. E’ un atteggiamento irresponsabile quello dei miei colleghi candidati che generalizzando il problema non lo affrontano. Tutto va analizzato nella complessità ma con chiarezza e non demagogia”.