Pet-coke da Gaeta a Sessa Aurunca, il WWF Litorale Laziale si appella alle Istituzioni

Il petroleum coke o come comunemente viene definito pet-coke, è un carbone artificiale ottenuto nell’industria petrolifera dal processo di condensazione per piroscissione di residui petroliferi pesanti e oleosi. Il pet-coke contiene una miscela di sostanze estremamente pericolose, indicate anche come cancerogene e/o mutagene. Dall’agosto 1991 questo materiale, che non potrebbe essere assimilato ai rifiuti speciali come invece afferma l’Europa, viene scaricato dalle navi che lo trasportano nel porto commerciale di Gaeta e trasferito, attraversando Gaeta e Formia, seguendo la via Appia nel deposito di Sessa Aurunca in provincia di Caserta dove viene stoccato in un deposito della Interport s.a.s. semplicemente accumulato in “montagne”.

In particolare, nel territorio a cavallo tra le provincie di Latina e Caserta, la pericolosità di questo materiale inizia ancora prima che venga utilizzato come combustibile; le operazioni di scarico delle navi e carico dei mezzi di trasporto avvengono in qualsiasi condizione climatica e con modalità non rigorosamente protette, così parte del materiale viene disperso in mare e nell’aria; occorre ricordare che il porto si trova a ridosso della città e quindi tutto ciò che viene emesso in aria arriva molto spesso direttamente nelle case dei cittadini. Purtroppo anche il trasporto e il deposito avvengono senza il rispetto delle norme e in condizioni di mancata sicurezza per cui queste sostanze vengono disperse in atmosfera e lungo la strada andandosi poi a depositare nei corsi d’acqua che costeggiano la strada inquinandoli in maniera pesante e nei campi vicina ad essa. L’inquinamento peggiore tuttavia avviene per dispersione dal deposito di Sessa Aurunca strutturato in modo assolutamente non idoneo e che permette al pet-coke di essere dilavato dalle acque meteoriche e dal vento; questo finisce così nei corsi d’acqua che costeggiano i campi e nel Garigliano fino al mare. Buona parte delle polveri si depositano sui terreni circostanti rendendo impossibile la coltivazione dei campi.

Già anni fa il WWF Litorale laziale intervenne con un esposto alla Procura della Repubblica, esposto caduto nel vuoto insieme a tutti quelli inviati da altre associazioni ambientaliste e comitati di cittadini. L’associazione intende pertanto portare alla luce questa situazione e chiedere alle Istituzioni competenti di provvedere alla tutela ambientale come premessa indispensabile alla tutela della salute dei cittadini