Terracina, insediamento del nuovo Consiglio. Il sindaco parla di infiltrazioni: rifiutate facili guadagni

Quello di questa sera a Terracina non è stato soltanto il Consiglio comunale delle formalità del giuramento del sindaco Nicola Procaccini, della presentazione delle giunta, delle elezioni del presidente e del vice presidente dell’assise. E’ stato per certi aspetti anche il Consiglio della chiusura della precedente esperienza, conclusasi 14 mesi fa con le dimissioni in blocco a sfiducia del sindaco senza che vi fosse stata occasione di discussione in aula. Nelle parole del rieletto primo cittadino ancora molto dolore per quelle firme apposte in una stanza d’albergo. Una decisione legittima, ha ribattuto il consigliere Alessandro Di Tommaso, frutto di una non condivisione delle scelte poste in essere. L’esponente di opposizione ha quindi invitato il sindaco rieletto ad andare oltre e ad abbassare i toni. Patrizio Avelli, con tono molto pacato, ha ribadito che a suo giudizio, pur legittime le dimissioni in blocco, sarebbe stato più opportuno mettere ai voti la sfiducia. Capitolo archiviato, si spera.

Dopo l’esame delle condizioni di eleggibilità e compatibilità degli eletti, i lavori di questo primo Consiglio del dopo voto sono iniziati con le elezioni di Gianfranco Sciscione alla presidenza e di Giuseppe D’Andrea alla vice presidenza. Sciscione, candidato dalla maggioranza ed eletto con 18 voti contro i sei assegnati a Ilaria Marangoni, si è detto molto emozionato per il ruolo assegnatogli: “Sarò il presidente di tutti, a garanzia di tutto il Consiglio”. D’Andrea, espressione della minoranza, eletto all’unanimità, si è rivolto alla maggioranza chiedendo un maggior coinvolgimento presso l’ufficio di presidenza e in qualità di consigliere presso le commissioni. Ha chiesto anche l’indicazione di un luogo per la consultazione dei documenti da esaminare, per tempo e non all’ultimo minuto, in vista di consigli e commissioni  e al sindaco di rendere partecipe l’opposizione a questioni importanti, come la riorganizzazione della macchina amministrativa. Le proposte di D’Andrea sono state fatte subito proprie dal presidente Sciscione.

Subito dopo il giuramento, Procaccini ha dato comunicazione della nomina degli assessori: Roberta Tintari, con incarico anche di vice sindaco, con delega ai Servizi sociali, Luca Caringi ai Lavori pubblici, Pierpaolo Marcuzzi all’urbanistica, Emanuela Zappone all’Ambiente e Trasporti, Gianni Percoco alle Attività produttive, Danilo Zomparelli al Bilancio, Barbara Cerilli alla Cultura e al Turismo. Si è quindi proceduto alla surroga degli stessi in seno al Consiglio. Sono entrati: Andrea Bennato della lista Sciscione; Marika Franceschini, Barbara Carinci e Patrizio Avelli di Fratelli d’Italia; Sara Norcia della lista Procaccini; Vincenzo Avena e Anna Maria Speranza di Sì Amo Terracina.

Dunque, le linee programmatiche. Il sindaco Procaccini è tornato a parlare di rivoluzione dolce, rivoluzione nel senso della profondità del cambiamento, dolce nel senso di non violenta, dei grandi progetti e della luce in fondo al tunnel del dissesto: “Entro la fine dell’anno saremo fuori”, ha detto sicuro e convinto anche di poter affrontare (dopo quattro anni di emergenze) la progettualità della città del futuro. Una città da strappare ai tentativi di infiltrazioni della malavita organizzata: “Io per primo – ha detto Procaccini – mi pongo ad argine di questo fenomeno. Ma da solo non basta. Certo, ci sono le forze dell’ordine. Ma anche queste da sole non bastano. Serve un popolo che sceglie la legalità, che rifiuta il facile guadagno e il compromesso. Dobbiamo fare delle scelte. Io la mia l’ho fatta e non ci sarà minaccia o promessa che possa cambiarla”. Parole che certamente in aula hanno avuto il loro effetto. Il consigliere Di Tommaso ha ricordato a Procaccini, proprio nell’ottica di un migliore rapporto tra maggioranza e opposizione, che nella passata stagione consiliare si era fatto promotore di un tavolo tra l’istituzione comunale e le forze dell’ordine per fronteggiare i temi della sicurezza e della legalità. Un tavolo a cui potessero sedere anche i componenti delle minoranze per offrire un proprio contributo. Un tavolo mai avviato e quindi da riproporre vista la presa di coscienza del sindaco della strisciante infiltrazione.

Francesco Zicchieri, nel suo intervento, ha voluto sottolineare l’importanza del passaggio sulla legalità da parte del sindaco: “E’ un tema questo che sento di condividere con maggiore intensità rispetto agli altri”. Il consigliere ha anche sottolineato la necessità di portare nelle periferie l’istituzione Comune, per essere più vicini ai cittadini attualmente più “distanti”. Nelle parole di Zicchieri anche il riconoscimento del ruolo della minoranza con la quale “è giusto discutere anche in maniera vivace”.

La seduta si è conclusa con l’indicazione dei capigruppo da parte dei consiglieri eletti nelle diverse liste.