Latina, l’inquinamento mette a rischio il progetto del porto di Rio Martino. Ecco la soluzione di Zaccheo

“L’inquinamento delle acque sta mettendo a serio rischio il porto turistico di Rio Martino”. Vincenzo Zaccheo interviene così su un altro progetto strategico di Latina. L’ex sindaco del capoluogo pontino, lontano dalla sede di piazza del Popolo dal 2010, continua ad offrire la sua lettura dei fatti ai nuovi amministratori comunali fornendo loro anche soluzioni a portata di mano.

Vincenzo Zaccheo
Vincenzo Zaccheo

Questa volta è l’allarme ambientale, recentemente riemerso con la moria di pesci, a condurlo a Rio Martino per il progetto del porto turistico: “Si tratta di un intervento molto importante per il nostro territorio – afferma Zaccheo -: un’opera finanziata dalla Provincia di Latina, insieme alla Regione Lazio e al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, per un valore complessivo di circa 5,3 milioni di euro. A questi vanno poi aggiunti 1,5 milioni provenienti dai fondi del ristoro nucleare messi a disposizione del progetto dopo un’attenta concertazione portata avanti tra l’amministrazione Comunale da me guidata e la Provincia sotto la presidenza di Armando Cusani. Parliamo dunque di lavori altamente strategici per la valorizzazione della nostra città, nonché di tutto il territorio provinciale. Lavori che restituiscono il dovuto pregio a una zona di particolare rilevanza, sia da un punto di vista ambientale, visto il traffico marittimo cui è soggetta, sia da un punto di vista storico-culturale, data la presenza di importanti canali che hanno contribuito all’immensa opera di bonifica del nostro territorio”.

Gli elementi inquinanti nelle acque del canale e dei suoi affluenti, secondo Zaccheo, rischiano di compromettere il buon esito dell’intero progetto: “Le ultime analisi eseguite sul Canale delle Acque Medie e sul Fiume Astura – afferma l’ex sindaco di Latina – dimostrano come siano tra i corsi d’acqua più inquinati del nostro territorio. Per questo motivo è quanto mai opportuno realizzare a breve un tavolo inter-istituzionale che veda il coinvolgimento, oltreché del Comune e della Provincia, già attivi, anche del Consorzio di Bonifica e di Acqualatina, al fine di favorire, ognuno per quanto di propria competenza, l’opera di pulizia del canale di Rio Martino e indagini congiunte sull’origine degli inquinanti che più volte hanno causato morie di pesci, come avvenuto anche nelle scorse settimane”.

Zaccheo segnala la mancanza di un sistema di depurazione a monte che possa garantire la qualità delle acque in transito nel canale che vengono poi scaricate in mare e di un sistema che faccia da raccordo a tutta la depurazione delle acque che scaricano sulla costa lungo tutto territorio comunale, dal fiume Astura al Canale delle Acque Alte, già Canale Mussolini, fino al Canale delle Acque Medie a Rio Martino.

“In quest’ottica – suggerisce – proporrei anche di valutare attentamente con l’amministrazione comunale e Acqualatina l’opzione ottenuta dal Governo sotto la mia amministrazione che prevedeva la delocalizzazione del depuratore di Foce Verde presso il territorio della centrale nucleare gestito dalla Sogin. E l’ipotesi studiata dalla Provincia, sotto la presidenza De Monaco, di convogliare le acque del fosso Moscarello lungo i canali di raffreddamento della centrale per scaricare le acque piovane in mare a oltre 600 metri dalla costa. Una soluzione già adottata in altri Comuni. L’auspicio, dunque, è che venga al più presto organizzato un piano d’azione congiunto tra gli enti coinvolti, con l’obiettivo di individuare in maniera sinergica una soluzione condivisa”.

Zaccheo, infine, rivolge un appello al presidente della Provincia Eleonora Della Penna e al sindaco Damiano Coletta “perché si impegnino a destinare le future somme derivanti dai fondi per il ristoro nucleare alla risoluzione di questa problematica, che riguarda come già detto, un’opera altamente strategica per il rilancio turistico del territorio comunale di Latina, soprattutto della zona di Borgo Grappa”. “Di fronte ad un progetto su cui sono stati investiti quasi sette milioni di euro di fondi pubblici – conclude -, sarebbe delittuoso vanificarne la portata non intervenendo anche su una questione che mette a rischio la qualità delle acque limitrofe e la balneabilità della costa”.