Impianto trattamento fanghi dei depuratori Ato4, la Regione frena Acqualatina: serve la valutazione ambientale

Il progetto di Acqualatina relativo all’impianto di trattamento e smaltimento dei fanghi biologici provenienti dagli impianti di depurazione dell’Ato è assoggettabile alla Valutazione di impatto ambientale (Via). Lo ha stabilito la Regione Lazio con determinazione G11645 del 13 ottobre 2016 della direzione Governo del ciclo dei rifiuti. A chiedere la verifica di assoggettabilità alla Via era stata la stessa società proponente con istanza del 13 giugno scorso. Il progetto, da realizzare nel comune di Sermoneta, località Fontana Murata, è stato per lunghi mesi al centro di numerose polemiche sia da parte dell’opposizione sia da parte delle associazioni ambientaliste che avevano evidenziato una serie di criticità con riflessi negativi sull’abitato della zona al confine tra Latina Scalo, Sermoneta Scalo e Sezze. Criticità sintetizzate dalle osservazioni della Provincia di Latina che con proprio atto rappresentava l’opportunità di sottoporre il progetto a valutazione di impatto ambientale, soprattutto in relazione alla promiscuità nell’area industriale della presenza di abitazioni sparse e la vicinanza nel raggio di due chilometri e mezzo di popolosi centri abitati (Latina Scalo e Sermoneta).

L’Area Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Lazio relativamente all’impianto di trattamento dei fanghi provenienti dai depuratori dell’Ato 4 ha rilevato che, rispetto all’ipotesi progettuale di Acqualatina, non risulta esaustiva l’analisi contenuta nello studio preliminare ambientale in termini di ricadute sul contesto antropico dell’area contermine, dei conseguenti rischi socio/sanitari e ambientali e per quanto concerne gli aspetti relativi al paesaggio e ai beni culturali. E non solo. La Regione Lazio ha osservato  anche che  l’attività di gestione di rifiuti costituiti da fanghi prodotti dagli impianti di depurazione comporta potenziali impatti significativi per la componente odorigena in relazione alla vicinanza a case sparse, ad aree residenziali limitrofe e al centro urbano di Latina Scalo e che inoltre, va anche considerata la presenza a distanza minima di edifici sensibili quali scuole, ospedali, centri turistici, impianti sportivi e di aree di espansione residenziale, aspetto ritenuto quale fattore di esclusione per gli aspetti territoriali dal suddetto Piano regionale dei rifiuti. “Nello specifico delle emissioni odorigene – si legge nella determinazione regionale -, rilevato che il territorio circostante è da considerarsi di tipo misto agricolo, residenziale, artigianale/industriale, risulta anche necessario effettuare un idoneo studio sulle possibili fonti di disturbo olfattivo, associando a queste fonti una portata di odore, sulla base di dati meteorologici e dell’orografia del territorio interessato, con applicazione di un modello di dispersione, al fine di verificare l’entità del disturbo olfattivo in un raggio di 3 chilometri dai confini dell’impianto sui recettori presenti”.

Dunque, per la Regione la valutazione della compatibilità ambientale del progetto richiede maggiori approfondimenti in merito allo studio degli impatti derivanti dal traffico veicolare indotto, criticità da considerarsi per la quantità di rifiuti da trattare annualmente in relazione alla vicinanza di insediamenti abitativi. “Al fine dell’espressione della pronuncia sulla compatibilità ambientale del progetto risulta necessaria l’acquisizione dei pareri ambientali da parte delle Autorità competenti, la quale deve avvenire nell’ambito di una procedura di Via”, si precisa nell’atto regionale.

La Regione, infine, avverte Acqualatina che è necessario provvedere alla diffusione del progetto mediante adeguate forme di pubblicità, quali quelle della procedura di Via, per consentire l’acquisizione di eventuali osservazioni da parte del pubblico e forme partecipative dello stesso.

Il progetto in questione è finalizzato al trattamento e allo smaltimento dei fanghi dei depuratori gestiti da Acqualatina, una sorta di centrale della depurazione da costruire in una zona che sebbene industriale è popolata ed è già gravata da altri impianti per il trattamento dei rifiuti, da centrali biomasse e biogas e da ben due centrali turbogas. “L’amministrazione di Sermoneta per troppi anni – ha dichiarato Giorgio Libralato dell’associazione Ecologia e territorio – è stata insensibile ai temi ambientali. Anche per questo progetto di Acqualatina non ha opposto resistenze. Speriamo che, con l’adesione del sindaco alla nuova battaglia per l’acqua pubblica, si possa iniziare a respirare un’aria diversa”.