Latina, riflessioni su teatro, tpl, consiglieri delegati e promesse elettorali

Massimo De Simone

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Massimo De Simone, del comitato Bugia Blu, su alcuni dei temi più attuali nella discussione politica di Latina (teatro e Tpl) e  sulla nuova figura che pare la maggioranza voglia inserire nello statuto comunale (il “consigliere delegato”) cercando di capire le ragioni di questo passaggio. Di seguito il testo.

Due delle problematiche più attuali e sentite che sta affrontando l’amministrazione Coletta riguardano l’apertura del teatro e l’affidamento e gestione del trasporto pubblico.

Lamenta il Sindaco delle non meglio precisate vicissitudini burocratiche che non hanno consentito ancora oggi l’apertura del teatro, mentre il presidente della commissione cultura D’Achille si è riferito ai dirigenti e agli uffici comunali, parlando neanche troppo velatamente di melina burocratica e bastoni tra le ruote.

Bisogna evidenziare innanzi tutto che la gestione di una macchina amministrativa complessa come quella di un comune delle dimensioni di Latina prevede necessariamente che gli ingranaggi tra il livello politico di indirizzo e quello dirigenziale operativo girino nel verso giusto. Allo stesso modo è evidente che è il sindaco insieme a suo entourage che risponde della sinergia tra le parti, così come è l’allenatore di una squadra di calcio che risponde dei risultati negativi dovuti a frizioni intervenute all’interno della squadra. Ne consegue che una eventuale problematica in questo ambito non è mai una giustificazione per la politica, anzi costituisce semmai un forte demerito per la stessa per non aver saputo far girare la macchina amministrativa come avrebbe dovuto, e ciò a prescindere da qualsiasi specifica motivazione del fatto.

In secondo luogo è necessario ricordare l’estrema importanza nella macchina amministrativa del costante e corretto controllo politico sull’attività operativa del comune (condizione tra l’altro menzionata più volte da Coletta durante la compagna elettorale) che si attua principalmente tramite l’attività degli assessori delegati dal sindaco per i vari settori. E’ immediato comprendere che se un settore risulta mancate o carente della figura politica di riferimento, in pratica l’assessore delegato, diviene ben difficile per l’amministrazione in carica seguirne da vicino l’attività, le varie vicissitudini che si conseguono quotidianamente e i tempi di attuazione dei programmi e delle opere, in pratica tutto ciò che riguarda proprio i problemi della “burocrazia” lamentati.

Ora, non possiamo sapere come sarebbe andata con i tempi dei lavori e con l’apertura del teatro avendo potuto contare su uno specifico assessore dedicato ai Lavori Pubblici (come si sono dotati praticamente tutti i comuni della dimensione di Latina) invece di avere come oggi un terzo di assessore (l’ing. Buttarelli copre di fatto tre deleghe assessorili tra le più importanti in assoluto) ma si può facilmente ipotizzare che qualche beneficio si sarebbe notato.

Anche per la vicenda del Trasporto Pubblico le considerazioni sono praticamente le stesse. Nonostante le proroghe di gestione delle passate amministrazioni siano state sovente condannate dal nostro sindaco in campagna elettorale, si è ugualmente proceduto ad affidare una ulteriore proroga alla società Atral, con tutte le conseguenze negative sul Tpl che abbondantemente conosciamo.

L’addotta perdita di tempo per la sopravvenuta ipotesi di consorzio con altri comuni (per quanto nel merito sia da scongiurare, ma questa è un’altra questione) appare come una sterile giustificazione visto che comunque il bando di gara lo si sta predisponendo lo stesso facendo ipotizzare quindi che l’ennesima proroga di gestione sia più una questione di organizzazione interna e di tempistica.

Come per il teatro non possiamo sapere per certo come sarebbe andata a finire con i tempi di affidamento della gestione del TpL avendo potuto contare su uno specifico assessore dedicato ai Trasporti e Mobilità invece di avere come oggi sempre il terzo di assessore, ma anche in questo caso si può ipotizzare che le cose avrebbero potuto girare meglio.

Della questione dell’accorpamento atipico delle deleghe assessorili e delle problematiche gestionali da esso derivanti se ne deve essere accorto anche il sindaco se ora sta cercando di modificare lo statuto comunale al fine di inserire la nuova figura del “consigliere delegato”.

Al di là della legittimità istituzionale, queste “ibride” figure sono istituite solo in maniera molto indiretta per aiutare il sindaco ma in realtà, essendo scelte per interessarsi di specifici settori, sono una aggiunta a ruoli riconducibili agli assessori in carica, in pratica qualcuno direbbe dei mini-assessori.

Inoltre c’è da credere che se tale modifica statutaria avverrà, porterà davvero modesti benefici e semmai qualche dubbio e complicanza in più.

Intanto sulla competenza, promessa a varie riprese da Coletta durante la fase elettorale. E allora bisognerebbe capire: chi saranno questi consiglieri così competenti da poter affiancare e/o sostituire gli assessori nelle loro specifiche mansioni?

Poi sulla identificazione delle responsabilità, sul quale tema ancora una volta il sindaco ha puntato svariate volte in campagna elettorale. E allora bisognerebbe domandare: chi è il delegato per un determinato settore dell’attività amministrativa, l’Assessore, il consigliere delegato, o ognuno un po’? Come si ripartiscono le incombenze, a loro piacimento, c’è un accordo interno o ne sarà data pubblica evidenza? Che tipologia di contatti possono avere questi nuovi delegati con i dirigenti e con gli uffici, come un assessore, come un consigliere qualsiasi o come una via di mezzo? Insomma, ora sarebbe necessario chiedere a Coletta “Chi fa che cosa?” come egli stesso amava ripetere per ribadirne l’importanza durante la campagna elettorale.

Massimo De Simone