Latina, Ppe annullati: torneranno in Consiglio come varianti trasparenti e sostenibili

Il sindaco Damiano Coletta e l'assessore ai trasporti Gianfranco Buttarelli

I sei Piani particolareggiati annullati dal commissario Giacomo Buttarelli saranno portati in Consiglio comunale per essere approvati in variante al Piano regolatore generale. L’assessore all’urbanistica di Latina conferma quanto affermato la scorsa settimana nel corso dell’assise civica in cui si discuteva del Documento unico di programmazione. La dichiarazione che tanto ha fatto scalpore è stata “chiarita” oggi nel corso di una conferenza stampa indetta dal sindaco Damiano Coletta (il cui intervento è riproposto nel video in basso) a cui era presente anche Buttarelli, delegato all’urbanistica, lavori pubblici e trasporti. E sul che cosa c’era da chiarire era piuttosto evidente. L’assessore Buttarelli nel corso del suo intervento in Consiglio era stato forse un po’ troppo ermetico da giustificare, senza pregiudizio, che all’urbanistica di Latina bisognava dare garanzie di “continuità” col passato. Roba da far resuscitare i morti, visto che si stava parlando dei Ppe viziati da illegittimità diffuse, oltre che oggetto di inchieste della Procura della Repubblica, e per questo annullati dal commissario straordinario subentrato all’amministrazione che resterà alla storia dell’urbanistica malata del capoluogo pontino, quella del sindaco Giovanni Di Giorgi. Per l’attuale primo cittadino Coletta si è trattato di un difetto di comunicazione: quella continuità non sarebbe da intendersi un ponte con l’amministrazione dei piani dello scandalo e con il loro contenuto ma con la necessità di procedere ad una pianificazione trasparente del territorio che possa dare risposte alla città e ai suoi cittadini. Insomma, una continuità nel servizio alla città. E del resto l’ermetico Buttarelli in Consiglio aveva fatto anche un esempio citando il servizio di trasporto, continuità tra un affidamento di servizio e l’altro. E vabbè, tra un difetto di comunicazione e ed errate interpretazioni, oggi sindaco e assessore hanno voluto chiarire, una volta per tutte, come si intenderà procedere con i Ppe annullati.

Buttarelli ha parlato di rivalutazione tecnico-procedurale dei piani. I piani annullati saranno esaminati e modificati in base alle osservazioni evidenziate dalla Regione Lazio. Saranno riproposti come varianti al Piano regolatore generale da approvare in Consiglio comunale, dopo attento esame della sostenibilità degli interventi proposti, che comunque non prevederanno ulteriore consumo del suolo, nel rispetto dei diritti di tutti. “Perché noi una cosa la dobbiamo dire – ha precisato l’assessore -: è necessario farsi bene i conti, dobbiamo quantificare le spese dell’operazione. Dobbiamo tenere conto degli espropri e della decadenza dei vincoli. Gli espropri li dobbiamo pagare perché la proprietà privata è un diritto che deve essere indennizzato; se vogliamo ripristinare i vincoli decaduti, li dobbiamo indennizzare. E se non ci sono soldi, non vorrei scandalizzare nessuno, dobbiamo riflettere sulle perequazioni, sugli scambi di cubature, nel rispetto della legalità e della trasparenza”.

L’assessore ha fatto anche qualche esempio “risolutivo” dei nodi più delicati. Uno per tutti, la questione dello stadio Francioni. Per Buttarelli la questione non è tanto nella destinazione a verde pubblico (in base al Ppe annullato) o a verde pubblico attrezzato (in base al precedente Ppe che sarebbe vigente visto l’annullamento del nuovo). Perché in entrambi i casi ci si trova fuori rispetto alle esigenze di uno stadio, per campionato di serie B, nel bel mezzo del quartiere Prampolini e “non risultano agli atti ipotesi di delocalizzazione”. Secondo l’assessore la soluzione andrebbe ricercata considerando lo stadio, non come un campetto di calcio, ma come una struttura, un servizio di interesse generale, il che significa che sarà necessario “modificare i confini dell’ambito in cui è inserito e trovare il verde in altri ambiti”. L’intervento di Buttarelli si è concluso affermando che i piani annullati saranno riformulati, nell’ottica della sostenibilità e dei principi di legalità e trasparenza, e portati in Consiglio dopo il superamento delle osservazioni della Regione, con una delibera quadro che tenga conto dei singoli costi e quindi di una scala di priorità per l’attuazione degli stessi entro cinque anni.