Sanità pontina, Simeone: “Zingaretti volta le spalle ai precari. Noi pronti a combattere”

Il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone interviene sulla questione che riguarda la mancata stabilizzazione dei precari della Asl di Latina ed esprime grande delusione e amarezza per le risposte disattese all’interrogazione urgente da lui rivolta al presidente Zingaretti sulla delicata questione che riguarda 565 persone, tra medici, infermieri e tecnici dell’ospedale pontino.

“Sulla mancata stabilizzazione dei precari della Asl di Latina la Regione si volta dall’altra parte. Questa la risposta ottenuta, per voce dell’assessore Buschini, all’interrogazione urgente che ho presentato per chiedere al presidente Zingaretti, che non si è neanche degnato di venire in aula nonostante l’importanza del tema trattato, di mettere in atto, con estrema urgenza, ogni azione e provvedimento per fare in modo che i precari della Asl di Latina, e delle altre Asl del Lazio, vengano ammessi, nel rispetto delle norme comunitarie e nazionali, ammessi alle procedure di stabilizzazione con riserva ex art 1, comma 543 della legge 208/2015, al processo di stabilizzazione da cui sono stati illegittimamente ed ingiustamente esclusi.

“Gli strumenti per rimediare al pasticcio”

Ci aspettavamo un atto di forza e di coraggio. Ci aspettavamo che la vita, il futuro e l’impegno che i 565 tra medici, infermieri e tecnici della Asl di Latina hanno profuso in oltre dieci anni avessero il giusto riconoscimento da parte di chi oggi governa questa Regione. Con profondo rammarico siamo stati delusi. Ed è vergognoso perché a Zingaretti non abbiamo solo sollevato un problema ma abbiamo fornito anche tutti gli strumenti per rimediare al pasticcio che si è creato tra la normativa nazionale e quella regionale. Quest’ultima afferente ad un contesto particolare i cui presupposti oggi sono venuti meno. Basterebbe dire che i provvedimenti assunti a suo tempo dalla Regione non trovano applicazione in forza della lex specialis, la legge 208 del 2015 emanata dal Governo, e solo per le finalità perseguite dalle norme nazionali speciali. Noi la voteremmo immediatamente, senza se e senza ma. Lo dobbiamo a tutti coloro che con enormi sacrifici in oltre dieci anni hanno garantito ai cittadini di avere assistenza e ai nostri ospedali personale adeguato al mantenimento dei Lea. Lo dobbiamo ai circa 600 professionisti a cui l’indifferenza di Zingaretti, e della maggioranza di centrosinistra, stanno precludendo il futuro condannandoli nel limbo dell’incertezza e della precarietà. Lo dobbiamo a tutti coloro senza i quali gli ospedali della provincia di Latina chiuderanno se i contratti non saranno stabilizzati. In discussione non ci sono i requisiti c’è la vita delle persone. Il tempo dei vediamo, dei pensiamo è scaduto. Il tempo che resta a Zingaretti è quello necessario a consumare una miccia che è accesa, che passa per la decisione dell’ordine dei medici di portare gli atti in Procura, per lo sciopero, annunciato oggi anche a mezzo stampa, dei precari che hanno avviato un’azione legale contro questa palese ingiustizia, che passa per la sicura interruzione dei servizi primari di assistenza agli incolpevoli cittadini. Gli animi dei precari non devono, come abbiamo appreso dalla stampa, essere placati. Va risolto il problema con una risposta vera. Se questa risposta non arriverà la polveriera su cui Zingaretti è seduto scoppierà. Non stiamo chiedendo troppo. Se garantire il futuro di 565 tra medici, infermieri e tecnici è chiedere troppo, allora siamo proprio fuori dal mondo. Restiamo al fianco dei precari pronti a combattere al loro fianco con ogni mezzo perché il loro diritto alla stabilizzazione sia rispettato e subito”.