Sopravvivere o sparire: in Tribunale la partita più importante per il Latina

Per il Latina Calcio sta per andare in scena la partita più importante. Martedì al Tribunale Fallimentare del capoluogo si giocherà infatti un match decisivo come non ce ne sono mai stati a piazzale Prampolini. Non è nulla in confronto quel magico 16 giugno del 2013, quando i nerazzurri centrarono la promozione in serie B. E non regge minimamente il paragone neanche la serie A sfiorata quella drammatica sera del 18 giugno del 2014. Si perché davanti al Giudice Linda Vaccarella si deciderà il futuro del club, una volta per tutte. E si capirà se la tanto discussa realtà calcistica di piazzale Prampolini potrà sopravvivere nel mondo professionistico o dovrà sprofondare nel panorama dilettantistico chiudendo i battenti subito, senza neanche provare ad inseguire la salvezza sul campo.

LA PROCURA HA DETTO NO

L’ottimismo manifestato nei giorni scorsi dal presidente Benedetto Mancini è stato seccamente smentito dalla Procura con la bocciatura del piano finanziario presentato dall’attuale proprietà per ottenere l’esercizio provvisorio avviando l’iter del cosiddetto “fallimento pilotato”. Con tale escamotage in passato società come Bari e Pescara erano riuscite a sopravvivere ai cumuli di debiti mantenendo il titolo sportivo nonostante la spietata mannaia del tribunale fallimentare. Bisognava presentare gli argomenti giusti per ottenere tale gestione provvisoria, ma i pm Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro non li hanno ritenuti tali, evidenziando “la mancanza dei presupposti per la continuità aziendale”. In poche parole si rimprovera al patron Mancini di non aver presentato delle garanzie, come somme versate o fideiussioni. Bocciata anche l’altra soluzione prospettata dal successore di Maietta e Aprile: superare “l’insolvenza” ripianando il debito di quasi 3 milioni e 600mila euro indicato nel bilancio approvato lo scorso 27 dicembre, giorno della cessione della società. La Procura in questo caso ha fatto notare che nessun versamento è stato eseguito in proposito e che il reale deficit si avvicina a ben altra cifra, 11 milioni di euro!

LA PAROLA AL TRIBUNALE

Martedì il giudice Vaccarella valuterà le posizioni della Procura e dei legali del Latina Calcio, prendendo quindi una decisione definitiva sulle sorti del club. Mancini, dal canto suo, proverà a far leva sui precedenti casi di altre società, alle quali nessuna delle garanzie in questione sarebbe stata richiesta.

SENZA GESTIONE PROVVISORIA…PERDONO TUTTI

Se il Tribunale dovesse negare la soluzione della gestione provvisoria, la strada facilmente percorribile sarebbe quella della chiusura immediata delle attività in essere della fallita società, a meno che non si provino ad individuare altre vie d’uscita con un curatore fallimentare. Nella peggiore delle ipotesi ci sarebbe il ritiro immediato dal campionato, con inevitabili ripercussioni sulla regolarità e la credibilità dello stesso. La sconfitta non sarebbe solo del Latina Calcio, quindi. Non rimarrebbero a piedi solo i giocatori e il loro mister, oltre ai dirigenti e a quanti operano dietro le quinte. Perderebbero di brutto la Lega e il suo presidente Abodi, mobilitatosi in questi ultimi tre mesi per tenere a galla un’imbarcazione alla deriva che faceva acqua da tutte le parti. Perderebbe Sky con le sue dirette televisive programmate fino a giugno, perderebbero gli sponsor e tutti gli addetti ai lavori. La sconfitta più grave sarebbe poi per la città, etichettata nel modo più spietato e infamante, come neanche il Parma di Manenti riuscì a fare.

…MA GLI UNISCI SCONFITTI SAREBBERO I TIFOSI

smettere di respirareLatina se ne farebbe comunque una ragione, del resto chi ci abita non ha mai manifestato chissà quale grande amore per i colori nerazzurri. Chi ci abita, a Latina, ha vissuto il calcio come una moda, quando le cose andavano bene o quando al Francioni venivano a giocare i “grandi”. Ecco perché a soffrire di un’immediata e traumatica scomparsa non sarebbero i latinensi. Loro si appassioneranno per qualche altra meteora di passaggio o al massimo percorreranno la tortuosa Pontina per raggiungere gli idoli romani. Tra tanta indifferenza, però, c’è comunque chi verserà lacrime amare. Sono i tifosi, quelli veri. Quelli che hanno capito che sostenere la squadra della città significa mostrare appartenenza alle proprie radici, significa vivere il sano campanilismo portando in giro per l’Italia qualcosa di cui essere fieri, sempre e comunque. Loro ci staranno male. Loro però ci saranno sempre. Perché la passione non è una moda, perché la passione non fallisce mai.