La casa viola. Il quinto capitolo.

Oggi il nuovo capitolo de La casa viola, il  mio racconto a puntate .

Come sempre qui sotto vi lascio i link dei precedenti capitoli , per rileggerli e riprendere il filo della storia.

I CAPITOLO  

II CAPITOLO

III CAPITOLO

IV CAPITOLO

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Capitolo 5

Addii

Si svegliò, come da un incubo. Ma l’incubo era reale! Vero, come era vero che ancora fosse vivo!

Il cielo grigio , carico di tempesta, entrò con la sua luce plumbea nella stanza , intristendone i contorni , rabbrividendo i suoi pensieri.

Forse quello poteva essere un giorno perfetto per lasciarsi andare.

O forse no. Meglio un giorno di sole.

I cieli azzurri parlano di speranza . E Claudia aveva un disperato bisogno di tornare a sperare.

Sempre più spesso la scopriva a piangere  di nascosto, fingendo improvvisi raffreddori e nascondendo occhi gonfi .

Era incapace di cedere alla rassegnazione.

Marco , invece, aveva accettato il suo destino.

Ma Claudia non sapeva dire addio: dopo tutti quegli anni ,  ancora non superava la perdita del bambino.

Come avrebbe potuto sopportare altro dolore?

Marco però non aveva più tempo: non avrebbe potuto continuare a proteggerla. Poteva solo sperare che il suo piano funzionasse.

Faticò a tirarsi su e a sedersi sul bordo del letto.

Se ne stava lì , coi piedi ciondoloni , rimandando il contatto con il pavimento gelido.

Gli venne da sorridere pensando a quanto fosse buffo che , avvicinandosi  il momento del grande addio , si fosse trasformato in un vecchio e stanco cupido, pronto a scoccare la sua ultima freccia.

Una volta in piedi , vacillò e la vista si rabbuiò. Fu costretto a poggiarsi alla scrivania , per non cadere .

“Maledetto!” imprecò “Hai proprio fretta di portarmi via…”

Aprì il cassettino dello scrittoio e ne tirò fuori un foglio piegato a metà.

Lo aprì e lesse ciò che lui stesso aveva scritto giorni prima.

Si trascinò fino all’armadio. Ne aprì le ante intarsiate e pesanti in cerca della sua vecchia giacca blu, quella che tanto piaceva a Claudia.

Infilò il biglietto nella tasca interna.

Un sorriso apparve sul viso: era sereno. Ora sapeva che tutto era davvero pronto.

Di nuovo il buio lo avvolse e un capogiro , più intenso del precedente, lo costrinse a raggiungere ancora il letto.

Si accasciò sui cuscini . Senti il profumo del latte caldo e del caffè salirgli alle narici e i passi di Claudia sulle scale.

Sospirò e chiuse gli occhi : una lacrima scivolò silenziosa sulle guance scavate.

***

Erano venuti in tanti a salutarlo per l’ultima volta. Nella sua vita si era guadagnato l’amore  e la stima di moltissime persone.

Claudia li salutò, ad uno ad uno. Sul viso un dolore composto.

Poche parole di circostanza le si strozzavano in gola.

Quando Anna finalmente riuscì a chiudere il pesante cancello si era già fatto buio e le luci del giardino si erano accese, come tante candele silenziose , lasciando finalmente calare un profondo senso di pace.

“Ti preparo una camomilla?” chiese a Claudia che se ne stava immobile sotto il porticato guardando nel vuoto con aria assente.

Lei rifiutò con un cenno della testa poi , con un filo di voce “Vai pure a dormire Anna. Ci vediamo domani…Sei stanca anche tu…”

La ragazza provò inutilmente ad insistere , offrendosi di accompagnarla in camera e di farle compagnia finché non fosse riuscita a prendere sonno.

Ma dovette rassegnarsi: la giornata era stata davvero lunga e pesante. Aveva bisogno di farsi una lunga doccia calda  per lavare via tutta quella tristezza.

Passarono forse altre due ore .

Finalmente , Claudia si decise a rientrare.

Salì fino all’ultimo piano . Fino allo studio di Marco.

Aprì lentamente la porta : tutto era già stato pulito e sistemato.

Tutto era pronto , come se lui dovesse rientrare da un momento all’altro.

Chiuse le persiane .

Diede ancora un ultimo sguardo tutt’intorno.

Spense la luce ed uscì , girando tre volte la chiave nella serratura.

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