Il tempo e le emozioni della nostra vita

Il nostro tempo è davvero nostro? Siamo padroni di come lo organizziamo e lo mettiamo a frutto? L’argomento è ovviamente affrontabile da mille ottiche e lungi da me tentare un approccio ad esso che sia esaustivo. Faccio solo qualche considerazione.
Nel mio lavoro, molte volte vengo ingaggiato in occasione di anniversari, ricorrenze, matrimoni, e feste aziendali. In generale, per eventi legati ad una data. La data che condiziona periodicamente quel contesto.
La cosa incredibile è che molte di queste occasioni, quelle degli eventi da festeggiare o festeggiati anni prima e poi ricordati periodicamente, sono stati fissati casualmente o sono stati scelti , nella loro scansione temporale, da altri rispetto a chi poi li festeggia davvero.
Quindi succede che nel tempo ci si trovi di fronte a dei punti fermi, delle date appunto, delle ricorrenze, che diventano per noi importanti anche se probabilmente definite in maniera indipendente da noi.
Eccoci quindi a mobilitarci per:
– un compleanno perchè il ciclo di gravidanza scadeva quel dì e tutta la vita quel giorno è diventato “la festa”;
– il matrimonio perchè la chiesa, il comune, il ristorante o il viaggio aereo erano disponibili solo in quel week end;
– una laurea perchè la sessione di discussione è stata fissata in quel giorno lavorativo in cui non tutti gli amici potranno intervenire;
Ed è cosi’ anche nel campo che riguarda il lavoro: anniversari (aziendali in una certa data ma potrebbe essere  un giorno prima, chi lo sa?) di carriera (quando un medico, un avvocato o un notaio hanno esattamente iniziato a lavorare? Si considera il primo onorario percepito, l”apertura legale di uno studio o il primo vero cliente?).
Quello che emerge, da questo discorso è che bisogna sempre ricordarsi che ciò che si festeggia, ciò che si ricorda, in realtà non è il tempo, la data convenzionale, che non ci appartiene e che è un artifizio,  ma l’emozione ad essa associabile che invece, è tutta personale e che probabilmente può coprire un lasso temporale indefinito appartenente a chi è coinvolto da essa pienamente. E’ quindi delle emozioni che possiamo essere padroni. Sono queste a fare la nostra storia.