“Nessuna variante per Aprilia, solo un incarico di ricognizione”. La replica dell’assessore Franco Gabriele

Nessuna variante, solo un progetto per sistemare il vecchio piano regolatore. Dopo le polemiche sollevate dal consigliere Carmen Porcelli sull’incarico da 20 mila euro per la ricognizione dei vecchi vicoli stradali, l’assessore all’urbanistica Franco Gabriele risponde alle accuse e difende l’operato dell’amministrazione. “Se partiamo dell’ultimo incarico di ricognizione dei vincoli riguardo il centro storico– spiega il delegato-  siamo distanti dal parlare di varianti al piano regolatore, non si capisce altrimenti di quali varianti al piano regolatore si sta parlando, se il punto è l’incarico dato a due professionisti di ridefinire i criteri legati dai vincoli alla viabilità e alla presa d’atto che nulla è piu’ come definito dal piano regolatore del 1973, allora voglio dire che questo lavoro, al contrario di come si vuol far passare, serve a prevenire eventuali altre residuali edificazioni che ad oggi non potrebbero essere negate dall’ente comunale, proprio in forza del vecchio piano regolatore mentre la realtà di alcune particelle catastali, che coinvolgono anche e soprattutto ipotesi di vie, oggi non hanno più motivo di realizzazione .Per il resto, capisco la battaglia politica, ma non si può ad ogni piè sospiro della parola Urbanistica dire: la vecchia politica del passato. Portate i numeri, ovvero misuriamo i metri cubi concessi nel passato o almeno al periodo che si vuol individuare quando si dice “la vecchia politica dell’urbanistica”, ed oggi, altrimenti  lasciate stare i titoli da giornale”. Una risposta piccata, quella del vicesindaco, che spiega le ragioni che hanno portato l’ente di piazza Roma verso la variante per la ricognizione dei vecchi vincoli e le ragioni per cui le civiche hanno deciso di non mettere mano al progetto per un nuovo Piano Regolatore Generale. “Ad oggi – afferma Gabriele-stiamo procedendo a chiudere le cubature già stabilite dal piano regolatore del 1973, per chi le chiede poi, vista la crisi ancora forte del mattone e al massimo trasformare o rigenerare vecchie cubature nel già edificato senza ulteriori aumenti di cubatura, non toccando ulteriore territori liberi; ricordo che c’è autorizzato e non ancora edificato oltre un milione di metri cubi, quasi mezzo milione di edificato e non venduto, c’è lo strumento (mai condiviso) del piano casa, ci sono strumenti urbanistici come i piani integrati e l’ultimo strumento detto “sblocca Italia” che senza poter  proferire parola può passare sulla testa di un’amministrazione comunale e non dimentichiamoci di oltre un milione e mezzo di  metri cubi da edificare nelle periferie oggetto della variante di recupero;penso che ce ne sia a sufficienza per il momento da gestire sotto l’aspetto urbanistico e neanche in un tempo a breve, le potenzialità di insediamento con gli strumenti urbanistici attuali sono di ulteriori 40.000 abitanti, un’altra città; sentire dire da più parti che la risoluzione di che, sarebbe un nuovo piano regolatore “che dica cosa con tutti gli strumenti detti prima”, un piano regolatore che si rispetti ogni volta che viene redatto, apporta sempre ulteriori cubature, in un verso o in un altro,  per questo credo che qualcuno voglia solo riempirsi la bocca per una cosa qualunque da osservare contro questa amministrazione, che al contrario gestisce ogni risorsa proveniente dalla concertazione che oggi si può ottenere grazie all’urbanistica e dove si rilevi l’interesse pubblico e sociale”.