Latina, turbativa d’asta per il verde pubblico: notificati 15 avvisi. Cirilli tra gli indagati

La sede della Procura di Latina

Notificati 15 avvisi di conclusione delle indagini relative all’affidamento del verde pubblico, di aree demaniali e di piccoli servizi di pulizia delle strade da parte del Comune di Latina alle cooperative sociali e piccole aziende con un sistema di spacchettamento che avrebbe consentito di bypassare, nel periodo che va dal 2011 al 2014, l’espletamento di una o più gara d’appalto.

Fabrizio Cirilli
Fabrizio Cirilli

Gli indagati

Indagati l’allora vice sindaco Fabrizio Cirilli, con delega all’ambiente, funzionari e dirigenti del Comune tra cui Grazia De Simone, Raffaele Felicello, Alfio Gentile, Giancarlo Paniccia, Gianfranco Defend, Quirino Volpe e Maura Nascimbene, e i responsabili di cinque cooperative sociali tra cui Dario Campagna della coop “Il Gabbiano”. Sono accusati a vario titolo di turbativa d’asta, frode nelle pubbliche forniture e abuso d’ufficio. Negli atti d’inchiesta Cirilli risulterebbe la mente dello spacchettamento ritenuto illecito, mentre Campagna colui il quale avrebbe raccordato le altre coop ponendosi come unico interlocutore con il Comune. Ricevuta la sommaria enunciazione dei fatti, gli indagati hanno ora venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa ad investigazioni del proprio difensore o di sottoporsi ad interrogatorio, dopodiché il pubblico ministero deciderà se chiedere il rinvio a giudizio o procedere all’archiviazione.

Luigia Spinelli
Luigia Spinelli

L’inchiesta

Le indagini erano state avviate nell’autunno del 2014 dai sostituti procuratori Luigia Spinelli e Cristina Pigozzo, delegando gli accertamenti alla Squadra Mobile di Latina. In poco tempo la spesa per la manutenzione del verde era passata da qualche centinaia di migliaia di euro all’anno a circa 2 milioni. Un aumento ritenuto sospetto, per il quale si era proceduto ad un approfondimento che aveva comportato indagini complesse con l’esame di decine e decine di determine dirigenziali sequestrate presso il Comune di Latina e dei documenti e file acquisiti dai pc aziendali delle coop sociali alle quali i servizi erano stati assegnati a chiamata diretta, con la motivazione di somma urgenza. Il sistema dello “spacchettamento” adottato, secondo gli inquirenti, oltre a comportare una lievitazione del costo complessivo in danno dell’ente avrebbe potuto costituire l’effetto di una presunta estorsione. Nel registro degli indagati finirono subito una decine di persone, tra cui i rappresentanti delle coop “beneficiate” dallo spacchettamento che secondo gli inquirenti contava un centinaio di affidamenti, sempre alle stesse coop e piccole aziende. Per gli investigatori, inoltre, era apparsa inefficace l’applicazione della normativa sull’utilizzo della cooperative di categoria B in quanto non veniva chiarito chi erano i destinatari fra i soggetti svantaggiati da inserire nei piani di lavoro.

La gara della Latina Ambiente

L’ipotesi di estorsione nasceva dal sospetto che qualcuno avesse esercitato un’azione di pressing in Municipio per ottenere e gestire l’intera somma destinata al verde pubblico. Al centro di questa ipotesi la gara da 520mila euro indetta dalla Latina Ambiente per l’esternalizzazione del servizio di “riassetto” urbano, piccoli servizi per rimuovere i rifiuti caduti dai cassonetti o lasciati a terra. Alla gara avevano risposto in due, ma con un’offerta identica. Tant’è che la Latina Ambiente aveva sospeso la gara per indirne una nuova. Ma anche al secondo tentativo si era presentata la stessa circostanza: offerte identiche. E questo avrebbe significato per gli investigatori che le coop agissero rispondendo a una sorta di cartello. Nel corso delle indagini preliminari, durante le quali sono state effettuate numerose intercettazioni, l’allora direttore generale Ventura Monti era stato ascoltato in Questura proprio per relazionare in merito alla gara della Latina Ambiente.

Quell’assessorato all’ambiente

A far tremare il palazzo ad avvio delle indagini fu anche l’alone venutosi subito a creare attorno all’allora vice sindaco Fabrizio Cirilli, con delega all’ambiente, dimessosi prima delle dimissioni, poi revocate, del sindaco Giovanni Di Giorgi sfiduciato l’estate scorsa. A pesare sulla sua posizione una precedente esperienza nella cooperative sociali.