A Sabaudia l’asino di Buridano: impasse del Consiglio comunale. I “fratelli” impegnati a Latina

Il Consiglio comunale di Sabaudia, ingessato dai numeri che non pendono dall’una o dall’altra parte, rischia di fare la fine dell’asino di Buridano, morto di fame nell’eterna indecisione tra due mucchi di fieno. Da giorni, alcuni componenti dell’opposizione sono a caccia di firme per rassegnare in blocco le dimissioni e provocare lo scioglimento anticipato dell’assise civica, al contrario gli esponenti di maggioranza sono alla ricerca di un aiuto tra le minoranze per superare la crisi e cercare di andare avanti fino alla fine del mandato elettorale. Ad oggi la situazione è in perfetta parità. Manca un numero per andare tutti a casa o restare a palazzo.

Giada Gervasi ConsigliereGervasi al centro del dilemma

L’attenzione in queste ore si concentra sul consigliere Giada Gervasi, eletta in quota alla civica “Cittadini al lavoro”. Un osso duro. Ai tentativi di approccio della maggioranza ha risposto: “Non sto con nessuno, sono stata eletta all’opposizione e dall’opposizione ho portato avanti con trasparenza numerose battaglie, proponendo mozioni e progetti per il bene della città. Rappresento un movimento civico del tutto autonomo. Non se ne parla. Anche per una questione di coerenza. Noi di cittadini al lavoro al momento delle elezioni non abbiamo accettato apparentamenti. E non lo facciamo neanche ora”. Dall’opposizione nessun invito formale ad unirsi al coro, ma la sua risposta sarebbe la stessa. E aggiunge: “Il metodo delle dimissioni contestuali della maggioranza dei consiglieri per evitare la surroga e ‘decretare’ la fine anticipata dell’amministrazione non mi piace e non è leale – ha detto -, a meno che come avevo proposto a metà febbraio alla maggioranza non fosse stato fatto subito per evitare un lungo commissariamento ed andare alle elezioni di giugno 2016. Diverso sarebbe discutere in Consiglio una mozione di sfiducia”. Ma di mozione in città non se ne parla… “Ecco – afferma Gervasi – auspico al più presto un confronto delle opposizioni per valutare questa possibilità. Sono abituata a dire come la penso apertamente e in aula non avrei alcuna difficoltà a motivare la sfiducia al sindaco con coerenza, con trasparenze e con lealtà. Ritengo che i consiglieri comunali, prima di tutti, debbano dare il buon esempio”. Per l’esponente di Cittadini al Lavoro non ci si può nascondere dietro un atto siglato da un notaio: c’è il Consiglio per deliberare gli atti.

Fdi a Latina per la campagna elettorale

Ma intanto l’atmosfera a Palazzo è cupa. Questa mattina alla conferenza dei capigruppo, Renato Bianchi ha riferito che il gruppo di Fratelli d’Italia non poteva essere presente alle attività poiché impegnato nella campagna elettorale di Latina. E così in commissione bilancio i fratelli, eletti nella maggioranza del sindaco Maurizio Lucci, non si sono presentati. Un’assenza ingombrante, considerando l’annunciata restituzione delle deleghe a seguito del cartellino giallo assegnato all’assessore Marilena Gelardi da cinque consiglieri fedeli al primo cittadino. Come neve al sole si è sciolto l’impegno di Fdi per il bene comune nel momento in cui il partito ha dichiarato l’insussistenza “delle condizioni per un civile e sereno confronto all’interno della maggioranza”.