Bar e mense alla Telecom, a rischio 21 lavoratori della provincia

Continua la profonda crisi per i 175 lavoratori Telecom Italia in sei regione italiane (Lazio, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia, Sardegna) di cui 21 della provincia di Latina, che negli ultimi quattro anni hanno subito la cassa integrazione e la riduzione dei salari e adesso rischiano di restare anche senza lavoro a partire dal 22 gennaio.

I sindacati CLAS, UGL, FesicaConfsal, USB e CUB lanciano l’allarme per scongiurare la procedura di licenziamento collettivo, ex art.4 e 24 Legge n.223/91, a partire appunto dal 22 gennaio 2024, avviata per cessazione del contratto per la fornitura dei servizi di ristorazione e catering gestiti in appalto in 23 sedi Telecom dislocate in tutta Italia.

“Telecom continua a rifiutare qualsiasi confronto sindacale – fanno sapere le organizzazioni sindacali CLAS, UGL, FesicaConfsal, USB e CUB – sottraendosi di fatto alle proprie responsabilità dirette per la salvaguardia del personale in forza fino al 22 gennaio 2024”. Per questo le cinque sigle sindacali nazionali hanno deciso di unire il loro impegno per un’azione congiunta a tutela dei lavoratori e dell’occupazione.

Nel frattempo le organizzazioni sindacali hanno fatto richiesta urgente di incontro al Ministero del Lavoro per un confronto in sede ministeriale, nel quale coinvolgere anche Telecom Italia e l’azienda appaltatrice dei servizi di ristorazione, al fine di trovare soluzioni condivise utili all’eventuale affidamento del servizio ad altra ditta e per dare seguito alla procedura del cambio di gestione disciplinata dall’art. 332 e ss. del CCNL pubblici esercizi e ristorazione collettiva.

Il segretario generale del sindacato CLAS Davide Favero

Il Segretario Generale Davide Favero del Sindacato CLAS ha dichiarato:
“Salvaguardare un futuro occupazionale e salariale ai 175 lavoratori è la nostra principale priorità, per questo riteniamo urgente la convocazione di un tavolo tecnico presso il Ministero del Lavoro, in caso contrario siamo pronti a scendere in piazza per una manifestazione di protesta”.