Terrore in Belgio, 42enne del Circeo scampata alla strage di Maelbeek: sono viva per miracolo

Marzia Mancini, 42 anni di San Felice Circeo, vive a Bruxelles. E’ una dei pontini scampati agli attentati di oggi in Belgio. “Non so quale Santo mi ha detto questa mattina di non prendere la metro e di andare al lavoro con il bus”. Lei e il suo compagno, Serafino Rea, 39 anni, abitano a Schuman.

metroE’ tarda sera quando riusciamo a metterci in contatto con lei. Sta bene, ma l’angoscia sembra senza fine: ha due figlie lì, una terza adulta in Italia. “Lavoro in centro – racconta – e tutte le mattine prendo la metro che passa per Maelbeek e oggi non so ancora per quale ragione ho preso l’autobus. Sono rimasta bloccata per un bel po’. Poi la paura per le scuole. Non ci hanno fatto neanche prelevare le bambine prima dell’orario di uscita. Il clima è pesante e la paura è tanta…a tal punto che domani andrò al lavoro a piedi. Trovo assurdo però che le scuole siano aperte”.

Da un anno Marzia lavora in un “B&B” e il suo compagno fa lo chef. Il lavoro è buono, ma non tutto ciò che brilla è oro. I sacrifici, in momenti terribili come questi, diventano soffocanti: “Tutto funziona… ma a questo punto non so quanto il gioco valga la candela”, è lo sfogo della 42enne. Dagli attentati di Parigi la coppia e le loro bambine hanno rinunciato ad uscire nel tempo libero e l’arresto, di pochi giorni fa, del terrorista Salah Abdeslam aveva dato loro la speranza del ritorno a una vita normale. E invece è arrivata la batosta. “Dopo la cattura eravamo usciti tutti e quattro dopo tanto tempo per andare in centro… e invece oggi è successo quello che è successo. Sono viva per miracolo. Tutti dicono che non bisogna rintanarsi in casa… ma sfido chiunque”. Domani Marzia vorrebbe restare a casa con le bambine ma non può: “Di assenze se ne possono fare pochissime. Se non ti presenti al lavoro ti bloccano gli assegni familiari”.

main_900Il pensiero ritorna subito agli attentati, al terrore, all’angoscia: “In queste ore hanno trovato una bomba inesplosa con agenti chimici in un appartamento a Schaerbeek. E stanno facendo vari blitz nella città. Nella stazione metro ci sono ancora dei corpi. Ora sarà tutto un incubo, anche prendere un bus, o magari andare semplicemente in centro, o al Mc Donald’s. Qui è pieno qui di islamici …sono la comunità più grande, quella italiana è la seconda”.

Marzia e il suo compagno in queste ore sono rimasti in contatto con gli amici italiani che vivono a Bruxelles, tra cui una coppia di amici di Aprilia, lui fa il muratore e lei la barista. “Anche loro stanno bene”, ci tranquillizza subito. “Tanti italiani – aggiunge – hanno messo a disposizione la loro abitazione per coloro che non sono potuti ripartire per via della chiusura dell’aeroporto”.  Si cerca il contatto, il calore, la fratellanza. Marzia, oggi, per parlare con la famiglia di origine che sta a San Felice Circeo ha dovuto ricorrere alla rete internet, niente telefoni nel giorno del terrore belga. Tornare alla normalità e superare la paura non sarà facile. “Ora devo decidere se portare le bambine a scuola domani”. Marzia con molta probabilità resterà sveglia, come migliaia di altre persone: 31 morti e 253 feriti è il bilancio degli attentati odierni rivendicati dall’Isis che hanno colpito il cuore dell’Europa. Le strade sono deserte, Bruxelles è una città fantasma. Si tenta di reagire: domani riapriranno le scuole e ripartiranno i mezzi pubblici.

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