Latina, c’è la nomina degli scrutatori: la politica torna a dare spettacolo

L’amministrazione comunale è commissariata ma i partiti sono capaci ancora di dare spettacolo, quando si tratta di gestire il potere. Anche piccolo che sia. Succede così che il putiferio venga scatenato (è cronaca di oggi), dall’unica commissione consiliare rimasta in carica, quella elettorale. Il 17 aprile sarà il giorno del referendum e c’era da stabilire le modalità di scelta degli scrutatori, vale a dire la nomina dei cittadini chiamati a presidiare i seggi e garantire il corretto svolgimento delle operazioni di voto. Sul piatto, due possibilità: il sorteggio dei nomi o la nomina diretta, ma sempre e comunque attingendo da una lista giacente negli archivi del Comune e formata da 7149 persone.

Questione non di poco conto, visti i tempi. Sia per la tanto acclamata imparzialità necessaria, sia per i tempi durissimi, in cui anche un lavoro ai seggi può rappresentare una importante entrata economica per le famiglie. Fatto sta che la commissione (formata dal subcommissario Luigi Scipioni, e dagli ex consiglieri comunali Ivano Di Matteo, Aristide Carnevale e Corrado Lucantonio) s’è spaccata. Da una parte il commissario e Lucantonio, propensi a scegliere con sorteggio, per dare un segnale forte di imparzialità; dall’altra Ivano Di Matteo (che invece sosteneva la necessità di superare un sistema che l’ultima volta aveva rivelato gravi inefficienze, per via della propensione di molti scrutatori a non presentarsi) e a sorpresa Aristide Carnevale, del Pd, proprio dopo che il segretario dello stesso partito aveva dettato la linea contraria. Dunque, alla fine, ciascuno commissario ha nominato 90 scrutatori (tranne uno, che ne ha scelti 89) fino ad arrivare ai 359 necessari per la prossima tornata elettorale.

Tutto finito? Macché. Nel Pd la posizione “ribelle” di Carnevale ha scatenato reazioni e polemiche. Poche ore e la questione finisce anche al centro dell’intervento di Enrico Forte in occasione dell’inaugurazione del suo point elettorale, avvenuto in serata. Lui lo sa più di altri, la posta in palio è troppo alta in questo periodo di vigilia elettorale e non si può giocare con la trasparenza. “Il tempo delle clientele è finito – ha detto convinto -, gli scrutatori vanno sorteggiati”.