Terracina, Di Tommaso: no alla vendita del mercato Arene, se dovesse andare in porto sappiamo di chi è la colpa

Alessandro Di Tommaso

Non si placa la polemica a Terracina sulla mancata sospensione del bando di vendita dell’ex mercato Arene. Il mancato dietrofront del commissario prefettizio ha riacceso la miccia provocando la dura reazione di Alessandro Ceci, del comitato Casa della cultura, e del candidato sindaco Alessandro Di Tommaso presente all’incontro di ieri con Erminia Ocello.

“E’ per me inaccettabile dover rinunciare al progetto di riqualificazione del quartiere Arene e per questo torno a ribadire il mio secco no alla vendita dell’ex mercato coperto di via Benito Di Florio – ha affermato Di Tommaso -. Trovo inaccettabile che si antepongano le ragioni finanziarie dell’ente alla necessità di fornire il quartiere Arene di servizi oggi inesistenti e alla giusta opportunità di riscatto dei residenti. L’iter avviato per l’alienazione tradisce la nostra volontà politica di fare del progetto Casa della cultura il punto essenziale della riqualificazione urbanistica e sociale di un’area importantissima per la città”.

Di Tommaso esprime la sua profonda contrarietà “all’ennesimo tentativo di speculazione edilizia in danno della collettività che se portata a termine troverà una responsabilità politica nella passata amministrazione di Procaccini e Corradini che ha tradito una deliberazione votata all’unanimità del Consiglio comunale, lasciando il bene nella lista degli immobili alienabili”. Per l’aspirante sindaco del Pd e di Terracina 2026 ci sarebbero “profonde responsabilità politiche-amministrative che fondano le proprie radici nell’incapacità di immaginare nuove e possibili soluzioni alternative”. “In questi anni – spiega – non è stato mai aggiornato l’elenco dei beni disponibili del comune attraverso l’aggiornamento dei dati catastali, si sono perse opportunità di finanziamento e non si è proceduto al completamento degli edifici di via Calcatore come promesso dalla giunta Procaccini. Insomma un fallimento totale, oltre che economico di gestione”.

“In quanto al bando di gara non sospeso dal commissario prefettizio – conclude -, mi auguro che vada deserto in modo tale che la prossima amministrazione democraticamente eletta, della quale faremo parte, possa trovare un’alternativa alle esigenze di risanamento finanziario dell’ente che oggi probabilmente non è stata neanche cercata”.