L’onda lunga dello tsunami sulla Marina di Latina, sequestrati gli ultimi quattro lidi “fuori stagione”

Oggi gli agenti del Nucleo investigativo della Forestale hanno eseguito quattro ordinanze di sequestro sul lungomare di Latina. I sigilli sono stati apposti presso gli stabilimenti Tortuga, Kusi, Lido dei Laghi e Sandalo su ordinanze emesse dai Gip Laura Matilde Campoli e Mara Mattioli. Tutti e quattro i provvedimenti sono stati chiesti dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano.

Giuseppe Miliano
Giuseppe Miliano

I sigilli di oggi rappresentano dell’ultima serie dei sequestri che erano prevedibili in base alle risultanze delle indagini condotte dai forestali e concluse con nove informative di reato, inviate alla Procura ad inizio marzo 2016, a carico di altrettanti gestori che non avevano provveduto a rimuove le strutture installate sulla spiaggia entro il 30 ottobre 2015. Alcuni operatori balneari, colpiti dai provvedimenti di sequestro eseguiti oggi, avevano già iniziato la rimozione delle strutture, ma ciò non è servito ad evitare i sigilli.

La contestazione è stata quella di occupazione abusiva del pubblico demanio marittimo e scaturisce dai sopralluoghi effettuati tra gennaio e febbraio 2016 dagli agenti del Nucleo investigativo della Forestale che avevano accertato la violazione. Autorizzati solo per la bella stagione a mantenere i chioschi sugli arenili, gli imprenditori del mare avevano evitato di levare le tende, convinti di ottenere il permesso per tutto l’anno come previsto dalla legge regionale numero 8 del 26 giugno 2015 che ha introdotto nuove disposizioni sull’utilizzazione del demanio marittimo per finalità turistiche e ricreative. Ma le loro istanze erano state respinte dal Comune di Latina. L’ente infatti, con determinazione del dirigente Giovanni Della Penna, a febbraio 2016 aveva dichiarato decadute le relative concessioni demaniali. Un provvedimento duro attualmente sospeso dal Tar. Sul piano penale, invece, il Tribunale del Riesame a cui si era appellato un operatore balneare per il dissequestro delle proprie strutture nel frattempo finite sotto i sigilli del Nipaf ha respinto la richiesta.