Operazione “Just Married”, caccia ai complici della banda di aguzzini

Antonio Galante, dirigente della Squadra Mobile di Latina

Proseguono le indagini degli uomini della squadra mobile della questura di Latina nell’ambito dell’operazione che ha portato ieri mattina all’esecuzione di undici misure cautelari nei confronti di un sodalizio criminale attivo nello sfruttamento di giovani ragazze e nel favoreggiamento dell’ingresso e della permanenza sul territorio italiano di cittadini extracomunitari. Le indagini – come ha spiegato il capo della mobile di Latina, Antonio Galante – sono state avviate sulla base delle dichiarazioni rese da una cittadina magrebina, la quale specificava di essere giunta in Italia a fronte del pagamento di seimila euro, da parte dei propri familiari, a una donna e a un uomo (successivamente identificati per Fatima Lamlih e suo figlio minorenne).

La donna agli inquirenti ha poi raccontato l’amara verità. Una volta arrivata in Italia è stata segregata per un periodo di circa quattro mesi e più volte costretta a subire violenze sessuali allo scopo di essere avviata alla prostituzione e anche percossa ripetutamente. L’attività di indagine ha consentito quindi di accertare il coinvolgimento di Fatima Lamlih e di una decina di altre persone in un’illecita attività di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falsificazione della documentazione necessaria per il rinnovo del permesso di soggiorno. Le indagini si sono avvalse anche di strumenti di natura tecnica, che hanno consentito di svelare come gli indagati stranieri si attivavano per trovare cittadini extracomunitari interessati a venire in Italia dietro il pagamento di cospicue somme di denaro, occupandosi anche della falsificazione dei documenti necessari per ottenere il rilascio del permesso di soggiorno ovvero il suo rinnovo, anche con la complicità di cittadini italiani, arrivando anche ad organizzare matrimoni simulati. “Le evidenze investigative sono state poi confermate – sostengono gli inquirenti – da specifici servizi di osservazione e accertamenti documentali presso gli uffici interessati. È stato quindi possibile attribuire con certezza agli indagati le singole responsabilità in ordine alle attività illecite poste in essere, i rapporti tra loro ed i ruoli da questi rivestiti”.