Latina, il Pd si guarda allo specchio. L’analisi del senatore Moscardelli

Claudio Moscardelli

Le elezioni amministrative sono ormai passate: nel Comune di Latina la nuova amministrazione si è già insediata con un Pd striminzito nelle file della minoranza. Il Partito di Renzi, pur essendo stato protagonista vincente in altre sei realtà pontine, ha perso la battaglia più importante. Anche a livello nazionale non è andata bene: la performance di Milano non è bastata a superare lo choc di Roma e c’è ancora l’incognita dell’appuntamento referendario per la riforma costituzionale. Il futuro del Partito democratico preoccupa, soprattutto chi siede in Parlamento e difende l’operato del Governo convinto che abbia intrapreso la strada giusta per l’Italia e per l’Europa.

Il senatore pontino Claudio Moscardelli chiama a rapporto i dem della provincia di Latina per abbandonare le logiche demolitorie e distruttive ed abbracciare il metodo della condivisione per proposte e iniziative al servizio dei cittadini: “Rivalse e vendette non servono a nessuno – dichiara infatti il senatore democratico -. A maggior ragione occorre valorizzare l’esperienza del Pd dove ha vinto o dove ha saputo rilanciare la propria azione”. Plaude all’annuncio del segretario provinciale di voler dare segnali di apertura e di inclusione sul piano dell’impegno al servizio dei cittadini e del Pd. “Chi ha più responsabilità – dice – la usi per concorrere insieme ad essere competitivi per ogni futuro appuntamento con gli elettori”.

Per Moscardelli la vittoria di Damiano Coletta a Latina è una sfida per il Pd ma anche un’opportunità per i nuovi e ampi spazi che si aprono sia nel capoluogo che in provincia con la sconfitta del centrodestra. “Per raccogliere la sfida – afferma – occorre mutuare e praticare un metodo di condivisione e di impegno comune come abbiamo saputo fare in alcune realtà, metodo che giova al Pd che non solo non perde consensi ma ne guadagna di nuovi perché ha saputo proporsi come forza unita, inclusiva, aperta e in grado di rappresentare il cambiamento”.

Il senatore cita gli esempi degli altri comuni pontini in cui lo scorso mese si è votato: “Una nuova leva di uomini e donne è già protagonista in molte realtà dimostrando di avere consenso, quello degli elettori. A Minturno, uno dei tre comuni al ballottaggio, è stato possibile vincere grazie alla collaborazione di tutti, a partire dal sindaco Gerardo Stefanelli e dal segretario provinciale e locale. Così a Pontinia, a Priverno, a Norma, a Roccasecca. A Castelforte la spaccatura ha fatto sì che il Pd occupasse tutti gli spazi ma non è un modello. Nel Pd c’è bisogno di tutti, c’è necessità di collaborare lealmente valorizzando tutte le nostre risorse, a prescindere dalle posizioni congressuali. Il patrimonio di 13 sindaci del Pd è prezioso. Su ambiente e rifiuti, acqua, sanità, infrastrutture, sviluppo economico e occupazione, contrasto al disagio e alla povertà, cultura e turismo, il Pd può e deve esercitare in pieno un ruolo di iniziativa nell’interesse dei cittadini e delle comunità”.

E infine sul referendum costituzionale: “Abbiamo un’occasione di impegno comune a favore della riforma, valorizzando il fatto di esprimere due parlamentari tra cui il sottosegretario alle Riforme Sesa Amici. È’ l’occasione per coinvolgere cittadini e associazioni, per confrontarsi con tutta la comunità provinciale. Il Pd vince se c’è una sana competizione per far crescere tutti, per rappresentare il partito riformista che propone un progetto di cambiamento e di crescita in cui tutti i cittadini possono riconoscersi. Chi vuole rafforzare i connotati e le politiche di sinistra del Pd ha il dovere di farlo nell’interesse del partito nel rispetto e nella leale collaborazione con tutto il Pd. Occorre per questo riconoscersi nel partito e negli altri con grande lealtà rifuggendo logiche demolitorie e distruttive che non aiutano”.