Latina, sanatoria delle sepolture: raffica di eccezioni di Contribuenti Italiani, caso da Procura

E’ di pochi giorni fa la notizia relativa all’”invito” della società Ipogeo Latina srl, che gestisce il cimitero del capoluogo pontino, a regolarizzare le assegnazioni di sepoltura dei cari estinti sprovviste di contratto. Il caso rimanda alla questione “mai sopita” dell’affidamento del camposanto ad una ditta privata. L’associazione Contribuenti Italiani, sodalizio a tutela dei consumatori, solleva dubbi e perplessità sulla “sanatoria” delle sepolture, sottolineando in via generale come tutti i servizi pubblici a Latina siano gestiti da soggetti diversi (trasporti, raccolta e smaltimento rifiuti), riservando puntuali sorprese.

Dell’avviso della Ipogeo, in base al quale viene asserito che quasi tutte le sepolture precedenti all’11 maggio 2009 risultano sprovviste di regolari contratti di concessione, l’associazione Contribuenti Italiani cerchia in rosso proprio la data “spartiacque”. Non sarà mica perché la società ha preso incarico il cimitero proprio nel 2009? Bene: “Se la Ipogeo ha assunto la gestione del cimitero nel 2009, a quale titolo può pretendere di farsi consegnare dai cittadini i contratti, stabilendo una data entro la quale riceverli, sotto la pena di considerare le concessioni di durata trentennale dalla data del decesso, quindi con il più che probabile obbligo di rinnovare la durata, in tal modo incassando le somme previste a tale scopo?”, domanda Antonio Bottoni, direttore provinciale dello Sportello del contribuente.

E’ questo uno dei tanti interrogativi che Bottoni rivolge alla Ipogeo e soprattutto all’amministrazione comunale in carica. A muovere la raffica di eccezioni è il cosiddetto onere della prova: “Perché dovrebbero essere i cittadini a dover dimostrare il possesso del contratto e non debba, piuttosto, essere l’ente pubblico a doverne conservare una copia? Se all’atto della concessione, sono state fatte pagare le spese contrattuali, perché l’atto non è stato rilasciato al titolare della concessione e perché non se ne rinverrebbe copia agli atti? Che fine ha fatto il denaro versato per il contratto, del quale pure se ne dovrebbe trovare traccia agli atti, nei relativi capitoli di entrata?” Interrogativi che meritano una risposta anche in considerazione della durata delle concessioni diventata trentennale: “Se nel periodo del rilascio della concessione – chiede Bottoni -, il regolamento comunale e, soprattutto, le leggi nazionali che sui regolamenti comunali prevalgono, stabilivano la durata della concessione prima come perpetua ed, in epoca più recente, come novantanovennale, a quale titolo ora il gestore pretenderebbe di ridurne la durata a soli 30 anni, per chi non può dimostrare di possedere copia del contratto?”.

Per fare luce su questa vicenda che affonda le radici sul dolore dei cittadini e che è esplosa alla vigilia della commemorazione dei defunti, l’associazione Contribuenti Italiani chiede all’amministrazione guidata dal sindaco Damiano Coletta di istituire una Commissione composta da soggetti esterni e di comprovata capacità ed indipendenza, con il compito di individuare le eventuali responsabilità oggettive e soggettive, non escludendo alcuno dei soggetti coinvolti, anche se fossero coloro che hanno gestito provvisoriamente l’Ente tra una elezione e l’altra; di informare i cittadini, in quanto soggetti sui quali gli effetti dell’affidamento ricadono; di mettere a conoscenza la locale Procura della Repubblica qualora fossero confermati i segni di illegittimità dell’iter in corso.