Gaeta, la truffa viaggia in barca: scatta il sequestro

Sono terminate nella tarda serata di ieri, le operazioni condotte dalla Guardia Costiera di Gaeta che ha dato esecuzione al provvedimento della misura cautelare del Sequestro probatorio emesso dalla Procura della Repubblica di Cassino a firma del Sostituto Chiara D’Orefice, relativa al sequestro di una unità da diporto del valore di oltre 15.000 euro e dei relativi documenti di bordo.

Tale provvedimento, emesso nei confronti di R.N. – 36 anni di Caserta – è giunto al termine delle articolate attività di indagine svolte dai militari della Guardia Costiera di Gaeta nel corso degli ultimi mesi.

Gli accertamenti svolti hanno consentito di rilevare come l’indagato, al comando della propria unità da diporto – entrobordo di 7,50 metri – fermato durante le attività di controllo predisposte per vigilare sul corretto svolgimento delle attività nautiche, conduceva la stessa senza aver ottenuto il previsto titolo abilitativo della patente nautica: necessaria in relazione alla potenza del motore installato a bordo dell’unità.

Al trasgressore, pertanto, è stata elevata una sanzione amministrativa di circa tremila euro per guida senza patente, in violazione della normativa del codice della nautica da diporto. Lo stesso, successivamente, richiedeva l’archiviazione della sanzione fornendo alla Guardia Costiera di Gaeta una documentazione attestante una potenza del motore inferiore rispetto a quella accertata durante i controlli e per la quale non è richiesto il conseguimento della patente nautica, ma le attività di indagini e riscontri svolte dai militari della Guardia Costiera di Gaeta permettevano di accertare come la documentazione amministrativa presentata, a sua difesa, fosse stata artatamente contraffatta.

Nel corso delle indagini, i militari hanno appurato che simile artifizio era stato utilizzato da R.N. anche per falsificare il permesso di sosta in porto, nel vano tentativo di raggirare i militari che gli avevano elevato più sanzioni amministrative per sosta non consentita in ambito portuale.

L’ipotesi di reato formulate a carico dell’indagato dalla competente Autorità Giudiziaria sono di tentativo di truffa aggravata e di falso commesso da privato in atto pubblico.