Aprilia, le ombre sulla Rida nel silenzio del sindaco. La verità di Porcelli

Carmen Porcelli

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Carmen Porcelli, consigliere comunale di “Primavera Apriliana” a commento dell’assise civica di ieri in cui il sindaco Antonio Terra era chiamato a rispondere ad una sua interrogazione sulla Rida Ambiente.

Le non risposte

Ritengo gravissima da parte del sindaco la decisione di non rispondere alle prime due domande dell’elenco contenuto nella mia interrogazione, domande che avevo rivolto al sindaco nel consiglio comunale del 6 ottobre scorso e alle quali il primo cittadino non avrebbe comunque risposto se non le avessi formalizzate. Il sindaco non sa se una ditta a lui riconducibile, o anche a lui indirettamente riconducibile, ha effettuato lavori presso l’azienda di via Valcamonica; Terra non sa se un congiunto di un suo stretto collaboratore ha lavorato presso lo stabilimento di via Valcamonica e lo chiede alla sottoscritta. Così come non sapeva della sentenza di via Gorgona, salvo a distanza di tre mesi ammettere candidamente “lo sapevo, ma me ne sono dimenticato”, sicuramente il sindaco era in grado di rispondere alle domande ma ha preferito non farlo. Oramai la strategia di Terra è nota a tutti: usa giustificazioni puerili per evitare situazioni, che già sono imbarazzanti di loro, che il sindaco con una innata capacità contribuisce a rendere tragicomiche.

Le evasioni non perseguite

Se non avessi presentato l’interrogazione sulle otto domande scomode non sarebbe mai emerso che l’azienda, il cui imprenditore ha finanziato la campagna elettorale del sindaco con un contributo di 10mila euro, che svolge un servizio pubblico per conto del Comune di Aprilia e che vuol realizzare una discarica a La Gogna, non ha corrisposto la Bucalossi per le annualità 2014, 2015 e 2016, nonostante i solleciti inviati dal Dirigente del V Settore, architetto Paolo Ferraro. e lo stesso vale per l’Ici/Imu.

La palazzina degli uffici

La Rida Ambiente non ha provveduto a demolire la palazzina degli uffici, così come stabilivano le prescrizioni della Regione Lazio contenute nel Decreto n.71 del 18 agosto 2003 avente ad oggetto “Rida Ambiente srl. Autorizzazione all’ampliamento dell’impianto ai sensi dell’art. 15, comma 14 della L.R.27/98” con il quale si autorizzava (grazie anche al parere positivo rilasciato in sede di conferenza dei servizi dall’allora assessore all’urbanistica del Comune di Aprilia, Antonio Terra) l’ampliamento consistente nella palazzina uffici, servizi e laboratorio previa demolizione dell’edificio uffici esistente.  A distanza di 13 anni la Rida non solo non ha demolito la palazzina degli uffici, così si evince dalle immagini catturate da Google Earth che dimostrano che la palazzina uffici esiste e che prospiciente ad essa vi è la vecchia pesa per i camion, ma – come da giustificazione resa in Consiglio comunale dal sindaco Terra – non paga neanche l’Ici/Imu. Se non è sfacciataggine questa! I cittadini vengono messi alla berlina sui giornali e tacciati come evasori, mentre i grandi imprenditori la fanno franca.

Il biotunnel e il ricorso della Ecoambiente

Per quanto riguarda il biotunnel di cui sarebbe dotato l’impianto di via Valcamonica, si apprende da un ricorso al Tar, da parte di una ditta concorrente, il quale metterebbe addirittura in dubbio che di fronte ad un aumento della potenzialità impiantistica di oltre il 235% (ricordiamo la Rida si è passata a trattare dalle 173mila tonnellate annue di rifiuti alle 409.200 tonnellate, senza prevedere alcuna modifica della dotazione impiantistica). Il Comune di Aprilia non si è mai preoccupato di verificare questo aspetto, neanche di fronte a precise domande rivolte al sindaco nel 2012 da un consigliere comunale. Non solo: il Comune di Aprilia, al quale è stato notificato il ricorso della Ecoambiente, ha deciso di non costituirsi.  E questo fa molto riflettere.

La variante illegittima del 2012

Le assi portanti di della variante di destinazione urbanistica passata in consiglio comunale con la delibera n.71 del 15.11.2012 più elegantemente denominata “Ratifica autorizzazione impianto di recupero e smaltimento rifiuti speciali Rida”, secondo il sindaco – che allora motivava tale atto come un vanto per la città «poiché riguardava un impianto d’eccellenza», dovevano essere: il pagamento della Bucalossi (a seguito della trasformazione da E2 a D3, quindi da agricolo ad industriale) che l’azienda non aveva mai corrisposto al Comune, cosa che abbiamo visto non corrisponde a verità poiché ad oggi Rida non paga la Bucalossi.

Quella autorizzazione, mascherata da ratifica, corrisponderebbe ad un falso poiché è stato autorizzato dal punto di vista urbanistico un impianto, sulla base sì di precedenti autorizzazioni rilasciate dalla Regione Lazio ma solo sotto l’aspetto ambientale, mentre per quanto riguarda l’aspetto urbanistico era competenza del Comune decidere. Il Comune di Aprilia, insomma, non ha ratificato proprio niente. La domanda però è questa: perché la richiesta, legittima, da parte dell’imprenditore per il proprio impianto non è passata attraverso il Suap? Eppure la fattispecie ricade proprio nell’ambito di applicazione dello Sportello Unico per le Imprese il quale all’articolo 1 della legge istitutiva prevede la disposizione in materia di «localizzazione degli impianti produttivi di beni e servizi, la loro realizzazione, ristrutturazione, ampliamento, cessazione, riattivazione e riconversione dell’attività produttiva, nonché l’esecuzione di opere interne ai fabbricati adibiti ad uso di impresa». Sempre la legge istitutiva del Suap prevede all’art. 5, a proposito di Progetti comportanti la variazione di strumenti urbanistici, che «Qualora il progetto presentato sia in contrasto con lo strumento urbanistico, o comunque richieda una sua variazione, il sindaco del comune interessato rigetta l’istanza. Tuttavia, allorché il progetto sia conforme alle norme vigenti in materia ambientale, sanitaria e di sicurezza del lavoro ma lo strumento urbanistico non individui aree destinate all’insediamento di impianti produttivi ovvero queste siano insufficienti in relazione al progetto presentato, il sindaco pur, motivatamente, convocare una conferenza di servizi».

Si tratta di una piattaforma logistica, solo anziché essere una piattaforma agricola dove entrano broccoletti che vengono selezionati, puliti, lavati e impacchettati, questa piattaforma logistica riceve immondizia che viene divisa e impacchettata.  Lo sportello Unico ha anche il dovere di indicare all’imprenditore che presenta una richiesta in quale zona andare a realizzare un impianto industriale, qualora quello prescelto non fosse idoneo, ovvero in quelle aree produttive con strumento urbanistico industriale quali l’area Caffarelli o area Asi.

Una conferenza dei servizi avrebbe consentito ai residenti e agli imprenditori agricoli che si trovano nelle estreme vicinanze della Rida di far valere i loro interessi nell’ambito di una conferenza dei servizi, perché sto qui a ricordare che la ratio finale è dimostrare che siamo ancora una nazione nella quale i diritti diffusi sono garantiti e non possono soggiacere alle richieste di chi ha diritto di fare intrapresa, perché chi deve tutelare gli interessi dei cittadini, del Comune di Aprilia? Nessuno, perché la variante si è deciso di concordarla nelle segrete stanze e si è lasciato pronunciare una commissione urbanistica ed un consiglio che non posseggono gli strumenti per poter valutare.

Il ripristino dei luoghi

La mistificazione più eclatante contenuta in quella deliberazione con la quale un consiglio comunale ha deliberato per una variante senza tenere conto dei diritti dei residenti e degli altri operatori, riguarda il ripristino dei luoghi poiché la variazione della destinazione urbanistica è temporanea: basta vedere le immagini catturate da Google Earth per accorgersi che riportare il terreno alle condizioni originarie è una storia che non sta in piedi.

Il certificato di destinazione urbanistica

A proposito del rilascio del certificato di destinazione urbanistica, di cui il sindaco ha sciorinato in consiglio alcuni dati relativi all’ultimo mese, vantando consegne record della documentazione ai richiedenti. Da quando è stato sollevato il rilascio in tempi record del Cdu alla Paguro, sembra che l’ufficio stia davvero correndo, ma adesso non prima e non per tutti: a riguardo mi domando ma tutte le richieste di nulla osta sui vincoli che giacciono  nell’ufficio preposto da anni quando saranno esaminate?

La legge 241/90 prevede che il certificato di destinazione urbanistica venga rilasciato entro 30 giorni dalla presentazione, mentre l’attesa media per ottenere un certificato di destinazione urbanistica nel Comune di Aprilia era di tre mesi. Se ultimamente l’ufficio ha evaso più pratiche il sindaco se ne fa un vanto, mentre questo vuol solo dire che si sta rispettando la legge.

Nessuno ha notato che giovedì 24 novembre la Rida Ambiente ha presentato una richiesta per ottenere il nulla osta scarichi, pagando i diritti d’urgenza, ed ha ottenuto il giorno successivo l’autorizzazione (pubblicazione n.483 albo pretorio on line del Comune di Aprilia). Trattandosi di una zona ad alta vulnerabilità è possibile concedere sub irrigazioni?

La Rida nel 2016
La Rida nel 2016

Carmen Porcelli

La Rida nel 2003
La Rida nel 2003