La poesia di Di Legge in “Un percorso di fede”. Omaggio postumo alla comunità di Sabaudia

“Mario Di Legge è caro al popolo di Sabaudia, perché per anni ha cercato di mettere la poesia al ‘centro’, partecipando con le sue riflessioni a tutte le vicende della città e dei suoi abitanti”. E’ con queste motivazioni che Antonio Luigi Quarto, commissario straordinario del Comune di Sabaudia, ha accolto favorevolmente la proposta lasciata in eredità dalla precedente amministrazione, nella persona del presidente del Consiglio comunale uscente Vincenzo Avvisati, di pubblicare la raccolta postuma del poeta dal titolo “Un percorso di fede”, come richiesto dalla famiglia. Si tratta di un testo, di circa 30 poesie, che l’autore ha scritto durante l’ultimo tratto della sua vita, interrotta anzitempo da una grave malattia. Riflessioni in cui prevale il sentimento che nell’esistenza non vi è mai “né inizio né fine. Come quelle cose che iniziano con un perché e finiscono senza un addio”. Quarto ha fatto suoi alcuni versi di Mario Di Legge riportandoli nella prefazione alla pubblicazione: “Con la sua poesia dal tratto semplice, ma mai corriva – spiega il capo dell’amministrazione commissariale -, non ha mai fatto mancare il suo contributo ad ogni significativa occasione pubblica e privata. A molti ha donato un suo scritto per sottolineare una nascita, una morte, un momento importante, divenendo anche un modo di serbare la memoria la memoria collettiva. Spero, e sono certo, che la pubblicazione possa incontrare i favori dei concittadini di Sabaudia”.

“Un percorso di fede” sarà presentato al pubblico il prossimo 3 dicembre, con inizio alle 17, presso il centro di documentazione “Angiolo Mazzoni” a Sabaudia. Oltre al commissario Quarto saranno presenti il professor Luigi Zaccheo, scrittore e storico, e la dottoressa Daniela Carfagna, curatrice della pubblicazione. Nel corso dell’evento sarà data lettura di alcune delle poesie della raccolta di Mario Di Legge da parte di Marilina Camuglia ed Emanuela Massaro.

“Spiace molto che Mario Di Legge non sia più tra noi, perché avrebbe avuto ancora molto da trasmettere ai giovani con i suoi versi poetici, sempre così pregnanti di umanità, di forte e sentita religiosità, di amore per la sua terra – ha scritto il professor Zaccheo per l’occasione -. Possiamo ritenere che il nostro Mario sia stato un privilegiato tra gli uomini per aver avuto dal Signore il dono di amare, di sentire e di coltivare la Poesia, riuscendo così tramite essa a conoscere e a penetrare nei più alti misteri dell’umanità. La sua preghiera-poesia ‘Padre Nostro’ è un alto esempio di spiritualità, di amore, di tolleranza, di lode all’Eterno che sa capire, amare, perdonare anche gli uomini malvagi che sono in guerra. Siamo di fronte a splendidi versi in rima baciata che nella loro semplicità entrano nel cuore degli uomini anche di quelli che vivono nel torto, nell’ignoranza e nella paura. Essere stato poeta, aver saputo ascoltare la voce dell’animo, essere stato in grado di estasiarsi e di emozionarsi di fronte alla bellezza del creato, fa sì che Mario Di Legge sia sempre vivo tra noi”.

La dottoressa Carfagna, nella sua prefazione, parla di Mario Di Legge, del poeta, o forse del mago di Sabaudia che “al posto della bacchetta usava una penna per trasformare le pagine scolorite di un vecchio blocco in un regno incantato ove suoni, parole, sentimenti, ricordi si mescolano, declinati da una sensibilità fuori dal comune, per raccontarci pagine di vita, luoghi, persone, fatti, sogni, passioni e desideri…”. “Anche un fiore, una pietra, lo stormire di un albero, un incontro, una notizia del telegiornale diviene materia del suo prodigio e pagina dopo pagina l’anima sua si svela lasciandoci incantati”, è solo un aspetto del ritratto tracciato da Daniela Carfagna che conclude la sua prefazione a “Un percorso di fede” in questo modo: Ora, che il tempo ha rubato a questa città il suo cantastorie,  le note lasciate tra gli appunti ci appaiono ancora più preziose e Sabaudia, un po’ più sola, vuole rendergli omaggio pubblicando, ormai postuma, questa raccolta, un modo, un gesto, affinché vivo rimanga nei cuori il poeta… o forse il piccolo mago che, sulle due ruote di una vecchia bicicletta, sapeva sempre regalarci un sorriso”.