Treni, nasce il coordinamento dei comitati pendolai della linea Roma-Napoli

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota sulla nascita del coordinamento dei diversi comitati dei pendolari della linea ferroviaria Roma-Napoli. Di seguito il testo.

I disagi che ogni giorno il nuovo orario crea alla mobilità dei pendolari della linea Roma-Napoli non potevano essere più affrontati dai singoli comitati con una ottica di tutela entro i limiti regionali, per questo i comitati pendolari di Minturno, Monte San Biagio, Terracina, Priverno, Sezze Romano facenti parte della regione Lazio, e i comitati di Sessa Aurunca (comitati civici e pendolari), Falciano-Mondragone-Villa Literno, Associazione pendolari Sannio-Terra di lavoro, Comitati pendolari Terra di Mezzo, appartenenti alla regione Campania, si sono riuniti a Minturno. Ne è nata un’intesa di coordinamento e condivisione sulle scelte, imminenti e future, interessanti il trasporto sulla linea, con l’obiettivo di salvaguardare il diritto alla mobilità a tutte le decine di migliaia di pendolari che ogni giorno viaggiano sulla linea, evitando quella suddivisione del trasporto regionale per località/tipo di offerta, vero fallimento del modello proposto.

In sede di riunione è stato ribadito che la linea Roma-Napoli è vitale per l’economia del Lazio meridionale e della Campania, oltre che per la vitalità e la vivibilità dei territori, per il loro sviluppo turistico e culturale oltre che per garantire alle popolazioni pieno accesso a strutture essenziali come quelle sanitarie e universitarie.

La linea ferroviaria è però in grado di garantire tutto questo solamentese i collegamenti sono frequenti, agevoli e pensati per connettere in modo capillare tutti i centri di queste regioni densamente abitate.

Sono proprio queste condizioni che ci sembrano non essere soddisfatte dal nuovo assetto entrato in vigore l’11 dicembre 2016. Le difficoltà create dal nuovo modello orariofurono previste dagli scriventi comitati e rappresentate nei tavoli istituzionali ma senza ascolto: oggi l’esperienza fatta nel corso di questo primo mese di applicazione dell’orario, dimostra che tali perplessità erano più che fondate.

RITORNO DEL VECCHIO ORARIO.
Sulla base di questi elementi, il coordinamento dei comitati all’unanimità, ha ribadito quanto espresso in precedenti interlocuzioni con Regione Lazio e Trenitalia: l’unico modo per uscire da subito dalla situazione attuale  è ritornare al vecchio orariocon l’obiettivo di realizzarloentro e non oltre febbraio.

Infatti, pur lodando il lavoro e gli investimenti messi in campo dalle rispettive regioni, nonché la volontà di dialogo con le rappresentanze dei pendolari mostrata in questi ultimi giorni, il tutto neltentativo di risolvere le varie criticità emerse, è evidente che esse possono solamente tamponare talune situazioni ma non possono migliorare il collegamento generale della linea, che resta l’obiettivo principale.

Il Coordinamento dei comitati ha altresì individuato alcuni piccole migliorie che si potrebbero apportare al vecchio orario già al momento della sua reintroduzione; nella considerazione che il vecchio orario aveva un costo di gestione inferiore, e che anche con le poche varianti suggerite, comunque rimarrebbe tale.

ISTITUZIONE DI UN TAVOLO ISTITUZIONALE DI CONFRONTO INTERREGIONALE.
È apparso evidente che per realizzare tutto ciò occorre realizzare un tavolo di confronto istituzionale tra i responsabili politici e tecnici delle due Regioni : le due Direzioni regionali di Trenitalia, RFI, le istituzioni locali già coinvolte nelle dinamiche del confronto, e il coordinamento dei comitati.
Per snellire le procedure organizzative a carico delle amministrazioni, il coordinamento dei comitati ha predisposto la convocazione alle dette organizzazioni per sabato 14 con luogo Minturno, punto di unione e non di confine del trasporto sulla linea.

ASPETTATIVE.
IL Coordinamento dei comitati valuta la qualità dei servizi pubblici e tra questi il trasporto pubblico locale, come un importante indice di vivibilità e un criterio sul quale si misura la civiltà e l’avanzamento di una società, per cui auspicano che le Regioni, avendo nella loro funzione, la difesa e lo sviluppo in questo senso del nostro territorio, apprezzino questo lavoro svolto e si rapportino con serenità e disponibilità con questa nascente organizzazione, anche in visione del valore di una democratica partecipazione delle popolazioni alle scelte su questioni di loro immediato interesse.