Inchiesta Tiberio, da Latina a Sperlonga per progetti d’élite. La Provincia sospende l’architetto Masi

Isidoro Masi, 55 anni, architetto di Maenza, è uno degli indagati finito in carcere lunedì a seguito dell’operazione di polizia giudiziaria denominata Tiberio e condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Latina. Masi, insieme al sindaco di Sperlonga Armando Cusani finito anche lui in via Aspromonte con la pesante accusa di corruzione e turbata libertà degli incanti, sarà sottoposto a interrogatorio di garanzia domani. Masi deve rispondere anche dell’aggravante associativa. La Provincia di Latina, ente presso il quale risulta funzionario del settore Politiche della scuola, oggi per effetto della misura cautelare, emessa dal Gip Giuseppe Cario, lo ha sospeso dal servizio aprendo a suo carico un procedimento disciplinare. Lo stesso ente ha disposto il blocco del “comando” che gli ha consentito di svolgere a scavalco anche il ruolo di responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Sperlonga. Una dirigenza che non gli ha portato fortuna.

Masi, in base agli accertamenti e alle investigazioni dei carabinieri coordinati dal sostituto procuratore Valerio De Luca, è accusato di essere stato corrotto, insieme al geometra Massimo Pacini (già responsabile dell’ufficio tecnico di Sperlonga e al momento dell’arresto ai domiciliari responsabile del settore ambiente), da Cusani al fine di omettere le procedure amministrative di abbattimento degli abusi edilizi dell’Hotel Grotta di Tiberio (di proprietà di Cusani e del suocero Erasmo Chinappi) in cambio di  vantaggi connessi all’incarico fiduciario di capo ufficio tecnico fortemente voluto da Cusani stesso. Masi, insieme ad altri indagati, è accusato anche di aver partecipato all’organizzazione dell’appalto pilotato per la riqualificazione dell’area archeologica Villa Prato di Sperlonga, per un importo di 700mila euro. Una turbata libertà degli incanti in piena regola per gli inquirenti, condotta a più mani da Masi, Cusani, dall’imprenditore di Nettuno Mauro Ferrazzano e dal consigliere comunale di Prossedi nonché imprenditore edile Nicola Volpe (entrambe questi ultimi oggi, all’interrogatorio di garanzia, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere). Nell’ordinanza di custodia cautelare, il Gip scrive che “gli elementi raccolti nel corso dell’indagine provano come le ditte invitate alla gara per Villa Prato siano le stesse invitate per la gara della sede comunale di Prossedi (anche questa viziata da turbativa, ndr)”. Da qui l’accusa di associazione a delinquere per l’architetto maentino, partecipe “alla creazione della cordata – si legge nell’ordinanza – che va ben oltre la singola gara di Villa Prato”. “Opera per pilotare altre aggiudicazioni – scrive il giudice -. Un vincolo che permane”. Tra i benefici ricevuti da Masi per le condotte illegali l’incarico di progettazione della Casa dei mestieri a Cuba, finanziata con fondi ministeriali, e di un luogo di culto per la Curia vescovile di Tivoli, grazie ai contatti di Volpe.

Domani l’interrogatorio di garanzia. Assistito dall’avvocato Giovanni Lauretti, Masi potrà chiarire al Gip la sua posizione rispetto alle pesanti accuse che lo hanno portato in carcere, ravvisandone – il giudice – la sussistenza del pericolo di reiterazione e di inquinamento probatorio.

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