Precari del Goretti. Di Cocco: la Regione penalizza la sanità pontina”

Gianluca Di Cocco

“La vera e gravosa situazione dei precari del Santa Maria Goretti è dovuta all’operato di Zingaretti”. Lo sostiene Gianluca Di Cocco di Idea – Cuori Italiani, che nel suo intervento sostiene la necessità di fare chiarezza, una volta per tutte, sulla questione che riguarda l’operazione di stabilizzazione invocata dai precari dell’ospedale civile di Latina.

“Si sta parlando molto e pochi hanno veramente conoscenza di ciò che realmente si sta perpetrando ai danni dei precari del Santa Maria Giretti. Danni su danni alla nostra struttura ospedaliera, ormai al collasso e ai posti di lavoro della stessa struttura del capoluogo pontino e forse anche alla qualità delle eventuali cure sanitarie future. Rammento, che il Dpcm 6 marzo 2015 e successive Linee Guida (approvate nella seduta del 30 luglio 2015) stabiliscono i requisiti di accesso in materia di stabilizzazione del personale del Servizio sanitario nazionale. In particolare stabiliscono che a beneficiare di questa procedura siano il personale del comparto Sanità che, alla data del 30 ottobre 2013, ha maturato almeno tre anni di servizio anche non continuativo negli ultimi cinque anni”.

I nuovi concorsi

“La Legge di Stabilità per l’anno 2016 (n. 208 del 2015) ha successivamente previsto l’indizione di nuovi concorsi nel comparto sanità in deroga a quanto annunciato dal Dpcm 6 marzo 2015. I commi da 538 a 545 dell’Articolo 1 recano disposizioni in materia di procedure concorsuali riservate per l’assunzione di personale precario. In particolare il comma 543 prevedeva una riserva di posti nella misura massima del 50% al personale Medico, Tecnico – Professionale ed Infermieristico in servizio alla data di entrata in vigore della Legge che alla data del bando abbia maturato almeno tre anni di servizio”.

Il rinnovo del contratto

 “Sulla base di questi riferimenti, la Delibera dell’AUSL di Latina del 30 dicembre 2015 successivamente integrata a seconda delle modificazioni delle singole posizioni contrattuali del personale, disponeva il rinnovo del contratto per chi in possesso dei requisiti del Dpcm del 2015, fino al 31/12/2018, mentre per i restanti corrispondenti ai requisiti della Legge 208/2015, il rinnovo fino al 31/12/2016. Nonostante tali premesse, il Dca 154 del 12 Maggio 2016, dispone ad ogni Azienda Sanitaria Locale una ricognizione sul numero totale dei soggetti in possesso dei requisiti per accedere alla stabilizzazione sia secondo il Dpcm 6 marzo 2015 che secondo la Legge 208/2015, salvo operare a questo punto un clamoroso dietrofront”.

Le assunzioni

“Con nuovo Dca del 23 Dicembre 2016 infatti, la Regione approva le procedure di stabilizzazioni e concorsuali straordinarie ma alla tabella di riferimento per Latina vengono destinate solo 91 assunzioni tra Medici e infermieri con requisiti secondo Dpcm 2015 mentre nessun posto è riservato al 50% per chi invece in possesso dei requisiti come da Legge 208/2015. Fatta questa lunga cronistoria, ma doverosa, bisogna trarre delle conclusioni e fare delle considerazioni nel merito e in merito”.

La proroga dei contratti

“Il primo argomento da confutare è la paventata proroga dei contratti fino al 2018 affidata da una nota di Zingaretti nei giorni scorsi anche dalla stampa locale.

È da attribuire a questa notizia, il valore di falso in quanto il messaggio che viene fatto passare è che la proroga sia un atto di questi giorni, vantando una risoluzione di criticità da parte della Regione.  In realtà la proroga è già cosa nota dal 2015 e cosa ben più grave è che la stessa, non è un provvedimento per la soluzione del precariato, ma in realtà solo una concessione fatta dal Dpcm 2015 per permettere l’espletamento delle procedure di stabilizzazione trascurate dal Dca del 23 Dicembre che invece, per l’Ausl di Latina si adopera per stabilizzare solo 91 unità a fronte delle 461 tra Medici, Infermieri, Tecnici di Radiologia, Tecnici di Laboratorio prorogati fino alla fine del 2018”.

L’ennesima operazione fuorviante della Regione

“Questa è l’ennesima operazione fuorviante propinata dalla Regione Lazio e dal suo Presidente – aggiunge Di Cocco – e già in campagna elettorale Zingaretti, che invece penalizza La Provincia di Latina, i suoi Ospedali e di conseguenza l’utenza finale, cioè il paziente. È chiaro che, il Dca del 23 Dicembre 2016 mostra in maniera evidente la sua lacunosa e incomprensibile natura.  Sia perché per i possessori dei requisiti quali al Dpcm 2015 prevede un numero esiguo di personale da stabilizzare, escludendo completamente diverse professioni (461 tra Tecnici di Radiologia, Tecnici di Laboratorio, Biologi, Fisici, Farmacisti, Tecnici di Neurofisiopatologia, Tecnici della Prevenzione, Educatori Professionali, Oss, Fisioterapisti, Assistenti Sociali, Ortottisti, Ostetriche, Logopedisti, Dietisti e varie figure Amministrative) e figure professionali all’interno dell’area dei Dirigenti Medici. Inoltre non sono previsti Concorsi con riserva dei posti al 50% per i restanti 108 dipendenti individuati dalla Legge 208/2015 (461 + 108 = 569 precari in totale da stabilizzare nella sola Ausl di Latina)”. “Questo atteggiamento – continua Di Cocco-  è molto grave in quanto i precari hanno maturato fiducia nella stabilizzazione (aspettativa peraltro aumentata dalle proroghe contrattuali fatte secondo Legge), consapevoli di avere i requisiti temporali stabiliti dalla legge.

Gli esclusi

 “Non vi è dubbio alcuno che una parte di questi sarà in carica fino al 2018 (e non ulteriormente prorogabili per cui per il dopo 2018 c’è solo un grandissimo punto interrogativo), ma la vera preoccupazione è il rimanere esclusi dalla stabilizzazione, la quale proprio perché straordinaria, non è detto che si ripeta mentre altre figure professionali vedono totalmente scomparire la loro riserva di posti nei normali concorsi pubblici che per l’Ausl di Latina non sono stati previsti. Ammesse tutte le attenuanti del caso su eventuali errori di valutazione, va delineandosi la parziale risposta che il Dca del 23 Dicembre 2016 dà al precariato della Regione Lazio, mentre è totalmente inconsistente quella che spetta alla provincia di Latina. Appare pertanto chiaro che va posto rimedio a questo Dca auspicandone una modifica dello stesso e in tempi stretti, soprattutto dando garanzie certe a quelle persone che in alcuni casi da oltre dieci anni auspicano una certezza del proprio inquadramento lavorativo”.

I soliti proclami

“Va in ultimo sottolineato come tra queste persone vi siano giovani, persone sposate, neo genitori e in generale nuclei familiari che alla fine di ogni anno vivono sulla propria pelle l’incertezza e l’indeterminatezza del domani. – Conclude Di Cocco – Ma la Regione da dicembre a oggi in maniera ambigua rilancia proclami di pronta risoluzione e coscienza del problema senza aver ancora prodotto uno straccio di spiegazione e rimandando a ulteriori verifiche che sembrano piuttosto superficiali di fronte a una situazione e a dei requisiti conosciuti invece da tempo”.