Sabaudia, Secci: se fossi sindaco risolverei il caso Le Querce

La struttura Le Querce, foto scattata il 15 febbraio 2017

“Se fossi il sindaco di Sabaudia, nell’esclusivo interesse della comunità, è senza dubbio alcuno, affronterei con determinazione e risoluzione un altro annoso problema: la struttura polisportiva e ricreativa conosciuta come Le Querce”. Giovanni Secci, candidato alla carica di primo cittadino con una formazione che unisce Forza Italia ad altre componenti civiche, inaugura la campagna elettorale con un argomento caro alla città premettendo che la soluzione proposta va letta nell’ottica della valorizzazione del patrimonio comunale utile a “contribuire in maniera sensibile a rendere meno rigido il bilancio dell’ente nella parte delle entrate correnti”, e di “un dovere civile e morale di un buon amministratore e nel caso di specie di un buon sindaco”.

Per spiegare la proposta, Secci rilegge la storia nel seguente modo: “Nel luglio del 2012, sotto la mia guida se pur ufficiosa (?) dell’assessorato al Bilancio ed al Patrimonio, e con la mia determinazione, rientrammo in possesso di detto impianto, mediante Ufficiale Giudiziario, ad onor del vero grazie anche al lavoro svolto dagli Uffici e dall’ex assessore al Bilancio Bruno Bellassai. Di lì a poco si sarebbe dovuto concretizzare il bando che secondo le mie indicazioni doveva prevedere un appalto – gestione, che ponesse a carico del concessionario le opere di manutenzione e rimessa in pristino, atteso il degrado in cui versava l’impianto, mediante proposte progettuali, anche migliorative rispetto all’attuale consistenza. Un bando che avrebbe previsto tra l’altro convenzioni specifiche con le scuole e, mediante i Servizi sociali, per le persone meno abbienti. Rammento a tutti che di lì (luglio 2012) a poco (ottobre 2012) sopraggiunsero le mie dimissioni da assessore, a seguito di duri ed aspri contrasti con l’ex sindaco Maurizio Lucci, sulla diversità di veduta, su come gestire l’Ente, dal punto di vista finanziario. E’ storia che la sovrastima delle entrate e la sottostima delle uscite (evidenziate anche dalla Corte dei Conti con un’apposita ordinanza), unita ad una somma troppo elevata dei residui attivi (parte dei quali divenuti inesigibili) e di debiti fuori bilancio per troppo tempo dimenticati, nel corso degli anni hanno determinato un indebitamento del Comune tale da costringere Lucci, successivamente alla sua rielezione del 2013, a spalmare per 30 anni circa 7 milioni di euro (oltre 200 mila euro l’anno) determinati da un riaccertamento straordinario dei residui attivi, reso finalmente obbligatorio dalla legge (mentre prima era stato solo il mio buon senso a suggerirlo – nel breve periodo che mi sono occupato del bilancio); così come la deleteria operazione della ricontrattazione dei mutui, solo per fare cassa, ha regalato alla future generazione un indebitamento per i prossimi 25 anni”. Secci ne approfitta per affermare che “il riconoscimento dei debiti fuori bilancio, negati all’inverosimile in campagna elettorale dall’ex sindaco” e stato poi effettuato dal Consiglio comunale in maniera discutibile, ovvero senza l’individuazione delle prescritte responsabilità, facendo assumere anche ai suoi consiglieri, incolpevoli e troppo fiduciosi, la condivisione della responsabilità”.

Dunque, la proposta per Le Querce. Secci, da sindaco, farebbe quello che Lucci non ha fatto in oltre tre anni dalla sua rielezione. Attualmente, sottolinea il candidato sindaco, la struttura delle Querce rispecchia quella che è stata la gestione Lucci: versa in totale stato di abbandono. La riattivazione dell’impianto, “mediante l’appalto-gestione ad evidenza pubblica, avrebbe determinato: la valorizzazione del patrimonio comunale; un introito certo per la casse comunali, derivanti dalla concessione, con la formula dell’appalto-gestione; un centro di aggregazione e socializzazione per giovani e meno giovani; un incremento del livello occupazionale ed economico per la città”. “Purtroppo nulla è stato fatto fino ad ora, ma è ciò, che immediatamente farei, se fossi il sindaco di Sabaudia”, conclude Secci.