Bilancio comunale di Latina, due giorni di scontri. Le ragioni di maggioranza e opposizione

Due giorni di dibattito in aula a Latina per approvare il bilancio di previsione del Comune in un clima “surreale”: da una parte il rigore orientato verso le scelte della normalità, “non più champagne” ma scuole, strade, progetti, assunzioni in municipio, inquadrate nell’ottica del bilancio armonizzato come sostenuto dalla maggioranza, dall’altra lo strumento degli emendamenti per fornire risposte immediate a piccole necessità che avrebbero potuto fare, qualora ne fosse stato accolto almeno uno, una grande differenza per gruppi di cittadini, soprattutto anziani e bambini a cui erano rivolte principalmente le proposte dell’opposizione. Bocciati gli emendamenti, l’amministrazione di Latina Bene Comune ha servito alla città il proprio programma di spese: ha fatto la sua scelta di governo. Oggi restano le polemiche, non ancora digerite dagli stessi protagonisti di un dibattito senza apertura. Di seguito riportiamo le dichiarazioni degli esponenti di maggioranza e opposizione così come ci sono pervenuti.

Dario Bellini, capogruppo Lbc
Dario Bellini, capogruppo Lbc

Dario Bellini, capogruppo di Lbc: “Rivendico con orgoglio il lavoro svolto in questi giorni in Consiglio comunale. Attraverso l’approvazione di questo bilancio, che conserva inalterate le spese per i servizi, siamo riusciti altresì a donare un indirizzo politico a questa amministrazione. Oltre che per gli attuali servizi, certo migliorabili perché spesso appena sufficienti ma comunque garantiti, abbiamo concentrato le risorse disponibili su temi importantissimi per la città come la manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole (dopo un decennio di mancata manutenzione), delle strade (dopo un decennio di mancata manutenzione); abbiamo deciso di investire nel personale (dopo decenni di mancate assunzioni) perché troppo spesso la nostra macchina amministrativa non riesce a lavorare per mancanza di risorse umane; abbiamo deciso di istituire un Fondo per la progettazione perché troppo spesso il nostro Comune non ha partecipato a bandi per l’ottenimento di finanziamenti, perché non aveva progetti da finanziare pronti nel cassetto. Rivendichiamo per esempio sul tema della razionalizzazione delle spese, l’ottimo lavoro svolto per garantire i Servizi Sociali con il bando dei 16 milioni di euro che ha permesso di risparmiare Iva per 3 milioni di euro, 3 milioni che rimangono a disposizione per la nostra comunità. Come dice il nostro sindaco, per anni abbiamo pasteggiato a champagne senza potercelo permettere. Ora è bene capire bene dove siamo. Ogni anno e da quest’anno il Comune deve accantonare quasi 6 milioni di euro per pagare queste voci che ‘dal passato ci inseguono’ (cit.):disavanzo, fondo crediti di dubbia esigibilità, accantonamento debiti fuori bilancio, fondo contenziosi. Questi sono soldi che non possiamo più spendere per la città. Poi ci sono le incognite di metro, Slm, terme e Ipogeo. Incognite che pesano come macigni sul futuro del bilancio e quindi della città. Siamo costretti d’ora in avanti e per un po’, a bere il vino bianco della casa e a farcelo anche piacere perché quell’andazzo non era sostenibile. In questo contesto il gruppo consiliare di Latina Bene Comune non ha voluto presentare nessun emendamento anche se era un suo sacrosanto diritto. Qui è bene chiarire quanto accaduto ieri in Consiglio ed il perché non abbiamo voluto altresì approvare nessun emendamento dell’opposizione. Sono stato accusato di aver usato la parola mercanteggiare ma ci si è dimenticati di dire che il temine contrattazione, che ne è chiaramente un sinonimo, era stato pochi istanti prima usato dalla Consigliera Celentano ed in accezione positiva. Non metto in discussione la buona fede con la quale la Consigliera del gruppo di Calandrini avrà sicuramente usato il termine, volendo indicare la pratica consueta di presentazione degli emendamenti al bilancio, come del resto però non si può additare a me l’utilizzo del termine come un’offesa o una lesa maestà di un sistema che del resto, a causa anche di questa continua contrattazione, ha fatto cadere le ultime due giunte e ridotto la città esattamente dov’è ora. Anche l’assenza di una forza politica unita, che sapesse dare un indirizzo politico univoco, ha provocato lo sfacelo che vediamo ed è per questo che le persone hanno votato un movimento ben sapendo che al suo interno non c’era certo esperienza di governo ma certo c’era coesione e indirizzi univoci. Abbiamo deciso di non votare favorevolmente quegli emendamenti perché in stragrande maggioranza entravano troppo nel dettaglio ed oggi, con le nuove regole imposte dal bilancio armonizzato, non è più possibile farlo. Ben 23 di quegli emendamenti avevano ottenuto il parere non favorevole dei Revisori dei Conti. Se avessimo approvato quegli emendamenti avremmo esposto l’Amministrazione al rischio di condanna per danno erariale. Altri 9 di quegli emendamenti avevano ottenuto parere contrario dal servizio finanziario, altri rischi per l’Amministrazione. Benché molti dei temi sollevati in quegli emendamenti fossero condivisibili abbiamo reputato che politicamente fosse giusto dare un segnale unico: niente emendamenti, che avrebbero disperso in mille rivoli i fondi, ma le esigue risorse, tutte a disposizione delle voci individuate, ovvero scuole, strade, personale e progetti. La città ha bisogno di tornare alla normalità per ripartire, i cittadini che ci hanno votato per questo”.

Giovanna Miele e Giorgio Ialongo
Giovanna Miele e Giorgio Ialongo

Ialongo e Miele, consiglieri di FI: “Un consiglio comunale che è durato 48 ore ha portato al risultato di un bilancio approvato alla presenza della sola maggioranza, muta e sorda per tutte le ore della seduta, per poi mettersi ad urlare l’assenza di noi consiglieri di opposizione al momento del voto. Noi non abbiamo fatto altro che acconsentire alla richiesta occulta di LBC che voleva lavorare sola. Abbiamo presentato 62 emendamenti frutto di lavoro, pensieri, studi e riflessioni. Ci siamo scontrati con i dinieghi incessanti di Latina Bene Comune. Ci siamo sentiti dire che siamo mercanteggiatori, scienziati, ladri di tempo. Abbiamo abbandonato l’aula prima del voto definitivo perché non potevamo fare altro. Le  posizioni politiche appaiono chiare. Ieri Coletta ha ufficializzato ciò che è: nulla che somigli al ‘sindaco di tutti’, quello che dichiarava che la collaborazione e la democrazia sarebbero stati il principio su cui svolgere questo mandato. Latina Bene Comune e Coletta evidentemente ritengono che hanno vinto le elezioni e possono fare ciò che vogliono. Questo il senso di quanto accaduto in aula in questi due giorni. Il risultato di questo atteggiamento? La Tari sarà aumentata e pagheremo 45 mila euro a un professionista che curerà le sponsorizzazioni, quindi invece di erogare i servizi, ce li facciamo erogare. Però non si potevano trovare 166 euro per le scuole materne, perché ‘la coperta è corta’, questo il ritornello stancante della maggioranza. Volevamo far capire a Latina Bene Comune e al Sindaco che non esiste una sola visione della città, la loro. Esiste anche la nostra, perché Lbc non è la sola che ha a cuore il bene della città. Ci siamo scontrati con un arroccamento che ci ha lasciato profondamente delusi, rammaricati e arrabbiati. Siamo stati in aula due giorni di fila a parlare con un muro di gomma, il nostro lavoro è stato svilito e offeso, ci siamo presi insulti indice di un cieco populismo da quattro soldi, abbiamo persino visto il sindaco che perde le staffe. Ma andiamo oltre, dobbiamo pensare alla città ed è per questo che ci auguriamo che comunque sia andata in aula, questo bilancio possa essere cosa buona. Latina ha bisogno di fiorire e non necessariamente di fioriere”.

Olivier Tassi
Olivier Tassi

Olivier Tassi, consigliere di Lbc: “Cambiare non è più un’opzione. Il mondo sta cambiando profondamente, così come il modo di gestire le sempre più scarse risorse pubbliche. Le sedute del Consiglio Comunale di latina del 29 e 30 marzo 2017 ne sono state un chiaro esempio, nella discussione sul Bilancio di previsione si è visto come sono cambiate le regole del gioco, non più assegnazione di fondi a singole esigenze, ma indirizzi generali per distribuire e raccogliere le risorse finanziarie necessarie. Ogni cambiamento ha sempre delle resistenze, è difficile abbandonare abitudini consolidate. Gli emendamenti al bilancio presentati dalla minoranza, ne sono stati un esempio lampante. Infatti, per la maggior parte dei casi, si è continuato come in passato, chiedendo risorse per quella scuola o quell’altra, per quel centro anziani o quell’altro, per quella area da video sorvegliare o quell’altra, e così via. Se si vuole porre il problema della necessità di dotare i centri anziani di migliori strutture o di accrescere i fondi per i materiali in uso nelle scuole o la sicurezza investendo in tecnologia, si presenta un singolo emendamento per ogni tema, non decine, uno per ogni singolo sito, magari dimenticandone anche qualcuno. E’ garanzia di non ingerenza con chi dovrà attuare tali indirizzi tenersi a livello generale, sarà poi cura del Consiglio e Consiglieri controllare che gli indirizzi vengano attuati in maniera corretta, seguendo i regolamenti. Questo rende chiara l’importanza dei regolamenti, che sono la garanzia di corretta gestione della cosa pubblica, regolamenti che per larga parte a Latina sono carenti o obsoleti. Correva l’anno 2000 con il Testo unico degli enti locali, quando in Italia si sono poste nuove regole di gestione, ma da noi è come se fosse stato ignorato, siamo rimasti fermi, fuori dal tempo, come in una bolla. Sono stati necessari due commissariamenti per far esplodere questa bolla. Il mio augurio è che ora cambino anche i comportamenti di alcuni Consiglieri, abbandonando logiche ormai superate per aprire un confronto serio, anche aspro in certe circostanze. Dopo aver speso due giornate intere a discutere in Consiglio ben 62 emendamenti, in larga parte già bocciati dai revisori dei conti, nel momento della discussione del Bilancio, i Consiglieri del Pd hanno deciso proprio di non discutere il bilancio, scelta non condivisibile, ma comunque da rispettare, altri invece, hanno fatto lunghi interventi, sollecitando risposte da parte della Giunta e della maggioranza, e al momento della replica sono usciti dall’aula. Particolarmente spiacevole il comportamento del consigliere Calvi, che prima ha chiesto l’intervento del presidente della Commissione Bilancio e poi è uscito mentre quest’ultimo iniziava a parlare, o il consigliere Calandrini che è uscito senza aspettare la replica dell’assessore al Bilancio a cui ha rivolto specifiche richieste di chiarimento. Se non volevano partecipare al voto, potevano aspettare le repliche e poi uscire al momento delle dichiarazioni di voto, come altri, più correttamente, hanno fatto. Il percorso è ancora lungo per dare piena risposta alle richieste dei cittadini, ma ci siamo messi in cammino”.

Enrico Forte e Nicoletta Zuliani
Enrico Forte e Nicoletta Zuliani

Enrico Forte, Nicoletta Zuliani e Massimiliano Carnevale, consiglieri del Pd: “La decisione del gruppo consiliare del Partito Democratico di non partecipare alla discussione e poi al voto finale sul Bilancio è il frutto della scelta della maggioranza di bocciare gli emendamenti da noi presentati. Il Consiglio comunale è il luogo del confronto e delle decisioni soprattutto in occasione della discussione di un documento di programmazione così importante quale il Bilancio e gli emendamenti da discutere in aula, alla luce del sole, rappresentano il contributo legittimo e doveroso all’amministrazione della città da parte dei rappresentanti dell forze politiche che, seppure all’opposizione, sono stati democraticamente eletti. Le proposte da noi avanzate avevano peraltro  copertura finanziaria attestata sia dai revisori dei conti che dalla Ragioneria del Comune. E’ la prima volta in assoluto che le proposte di emendamento vengono respinte in blocco: questo significa che è mancata la volontà politica di affrontare serenamente il confronto e recepire una serie di suggerimenti avanzati da chi rappresenta una parte della città e sulla base del mandato elettorale ricevuto intende contribuire alla sua amministrazione. Quanto accaduto in Consiglio comunale è decisamente la dimostrazione di come la sordità di questa maggioranza stia minando alla base qualsiasi forma di collaborazione politica anche in occasione della discussione sul documento più importante per il governo della città”.