La casa viola. Quarto Capitolo

Oggi  pubblico il quarto capitolo del nostro racconto a puntate.

Sempre ricordandovi che potete leggere i capitoli precedenti cliccando sui link seguenti:

Primo Capitolo

Secondo capitolo

Terzo capitolo 

Spero di continuare a solleticare la vostra curiosità.

Buona lettura

***

Capitolo 4

Gita al lago

Gli occhi verdi di Greta ,dal taglio allungato, erano proprio come quelli di Alessandro e , quando sorrideva , le si facevano due fossette ai lati della bocca che Claudia trovava deliziose.

“Quando sorridi ti mangerei di baci!” era solita dire ad Alessandro pizzicandogli le guance.

La bimba poi era molto socievole e, in questo, non somigliava per nulla al padre.

Non aveva ereditato la sua timidezza e la sua introversione che, spesso , lo facevano apparire freddo e distaccato. Nulla di più lontano dalla realtà : Alessandro era invece un uomo molto passionale e sincero.

Finalmente Greta scovò Baffo che, poco amante della confusione , si era rifugiato in un angolo del giardino , all’interno di un vaso .

Non era un gatto da coccole sul pancino e neppure da fusa e strusciatine sulle gambe.

Era solitario e riservato. Si concedeva ad una carezza solo quando Anna o Claudia lo chiamavano per la pappa. Era persino difficile sentirlo miagolare : se ne andava in giro curiosando , ma sempre a debita distanza dagli ospiti o da chicchessia.

Lo aveva portato lì Claudia , che lo aveva trovato lungo il sentiero dove andava a correre  : era piccolissimo, fuggito da qualche cucciolata o ,chissà, abbandonato perché malaticcio.

Madre natura è severa e senza cuore in talune circostanze!

Quel giorno miagolava , eccome se miagolava !

Pioveva a dirotto e Claudia aveva accelerato il passo per anticipare il rientro .Quando sentì quel miagolio straziante si fermò di scatto.

Sulle prime non lo vide, poi i suoi lamenti la guidarono fin sotto un groviglio di canne dove aveva trovato riparo.

Lo aveva tirato su , fradicio e tremante. Se l’era messo sotto la giacca anti pioggia per ripararlo e lo aveva portato fino a casa.

Baffo si stiracchiò e ,vistosi ormai scoperto , abbandonò il vaso dirigendosi verso il dondolo sotto la veranda della dependance.

Greta non si scoraggiò e lo seguì ,sedendosi accanto a lui che si era acciambellato sui morbidi cuscini : con quella ragazzina c’era poco da fare. Meglio rassegnarsi e concederle qualche carezza.

Tutto sommato non erano poi così male: le saltò sulle gambe e iniziò a farle le fusa.

“Ma brava Greta! Hai conquistato Baffo!”

Claudia si sedette con loro sul dondolo.

Era la prima volta che riusciva a scambiare una parola con la bambina da quando erano arrivate cinque giorni prima. E di Alessandro ancora nessuna notizia.

“Ti piace qui ?”

“Siii è bellissimo!” Greta sorrise , continuando ad accarezzare il bel micio rosso che mostrava di iniziare a prenderci gusto.

“ Sei già stata al lago?”

“Non ancora, Sara ha promesso di portarmi domani mattina. Ne approfitterà per fare delle foto”

“Se volete posso prestarvi delle biciclette” propose Claudia “Sai andare in bici vero?”

Greta si animò

“Oh si si ! Me lo ha insegnato papà la scorsa estate. Ho anche tolto subito le rotelle” disse fiera.

“Perfetto,allora domattina vi preparo un cestino per una merenda sul prato , così potrete godere del sole più a lungo. Che ne dici di panini al prosciutto, torta al cioccolato e succo di mora?”

Sulle guance di Greta le fossette si fecero ancora più profonde.

“Non vedo l’ora! Vado subito a dirlo a Sara.”

Scese dal dondolo con un balzo senza ricordare di avere sulle gambe il povero Baffo che atterrò con eleganza e si allontanò con la coda dritta e l’aria indispettita per l’improvviso cambio di programma.

Claudia guardò Greta correre in direzione di Sara, e si intenerì immaginando Alessandro intento ad insegnarle ad andare in bici.

Sara stava parlando fitto fitto con Antonio , da che era cominciata la festa.

Quei due andavano piuttosto d’accordo .Claudia sorrise fantasticando sulle possibili romantiche evoluzioni di quella nuova amicizia .

Poi vide Greta iniziare una sorta di danza tribale intorno ai due ragazzi . I riccioli castani le cadevano morbidi sulle spalle ad ogni salto ,accarezzati dal venticello che si stava alzando puntuale, come ogni sera. La piccola era felice.

L’indomani Greta si alzò di prima mattina: l’eccitazione la buttò giù dal letto .

Sarà tentò invano di rinviare l’ alzataccia .

La bambina aveva già aperto la finestra , per controllare che ci fosse il sole e che nulla potesse rovinare la loro gita e si era vestita di tutto punto , persino pettinata.

E dire che , normalmente, era una dormigliona ! Soprattutto d’inverno , tanto che i ritardi a scuola erano ormai diventati un’abitudine sulla quale Sara evitava di mettere l’accento ,raccontando ad Alessandro quanto era accaduto durante la giornata.

Passarono per la dependance a ritirare la merenda promessa da Claudia che le stava aspettando .

“Buongiorno” salutò “ vi ho messo tutto nei cestini delle biciclette” disse indicando il punto in cui si trovavano una bici grande rossa e una più piccola verde .

“ Ho aggiunto una coperta “

“ Grazie Claudia” Sara si avvicinò per salutare mentre Greta già era montata in sella e faceva piccoli giri tutt’intorno sul prato . “Sei stata davvero gentile. Greta si divertirà e io spero di riuscire a fare qualche bello scatto. Mi hanno detto che i dintorni sono molto suggestivi.”

“E’ così” confermò Claudia. “Di questa stagione il livello del lago è piuttosto basso ed è possibile ammirare le rovine del vecchio paese sommerso.

“Ho letto che il lago è di origine artificiale , creato appositamente per approvvigionare di energia elettrica i paesi qui intorno con la costruzione di una grande diga”

“Sì, è vero. Per questo evacuarono il vecchio paese e lo ricostruirono interamente sulle sponde del lago. “ aggiunse Claudia.

“Bene, allora ci vediamo stasera.” Sara si fece indicare la strada da prendere e salutò .

Raggiunse Greta che, nel frattempo, aveva preso a rincorrere Baffo.

La casa viola apparve appena dietro la curva. A quell’ora il lato che affacciava sul canale era in ombra .

Sara rallentò e vide Luna , il cane bianco e marrone ,che aveva preso ad abbaiare e scodinzolava felice al di là della rete.

Poco più dietro, Greta pedalava guardandosi intorno con lo stupore e la curiosità tipici della sua età.

Stava attenta a non investire le lucertole che attraversavano incaute al suo passaggio e rischiava spesso di cadere mentre , con il naso in su, seguiva le evoluzioni di una farfalla o di una cornacchia.

Non si accorse, così, di essere arrivata davanti al ponticello che univa le due sponde e che Sara già lo aveva attraversato.

Frenò di colpo , la bici si imbizzarrì come un cavallo trattenuto e si alzò della polvere dal sentiero.

“Aspettami lì. Non occorre che tu venga qui. Vorrei scattare una foto . Arrivo subito. Ma non muoverti da lì, mi raccomando.” Le disse Sara , che era scesa dalla bici e si stava dirigendo, portandola a mano, verso la villetta.

Greta la vide avvicinarsi allo steccato e accarezzare il muso del cane , al di là della rete ed ebbe voglia di raggiungerla. Amava i cani , almeno quanto i gatti. Ma il padre non aveva mai voluto prenderne uno in casa: erano spesso fuori e non avrebbero potuto prendersene cura a dovere.

Era già a metà ponte ma , ricordando gli avvertimenti di Sara, decise di tornare indietro: non voleva mettere a rischio la gita al lago e decise di restarsene buona buona ad aspettare, come Sara le aveva ordinato.

Raccolse qualche margherita e la mise nel cestino della bici. Sara era scomparsa dietro la casa viola. E con lei il cane , che aveva fatto il giro del giardino e ora sfuggiva, anche lui, alla vista di Greta.

La ragazza si fermò davanti al cancello . Cercò nella tasca dei jeans e tirò fuori una chiave .

Il cancello si aprì ,cigolando.

Luna le saltò addosso riempiendola di feste .

“Buona, stai buona! Anche io sono felice di rivederti.”

Attirato dai latrati di Luna Alessandro era sceso al piano terra ed aveva aperto la porta , verde come le persiane alle finestre, con un grosso batacchio dorato al centro.

“Ciao Sara” la accolse con un sorriso invitandola ad entrare.

“Ho solo qualche minuto” riferì subito la ragazza “Greta è fuori che aspetta.”

“Come sta? Si diverte?”

“Tua figlia è un vero uragano , la conosci. Sta bene, ma certo le manchi e non so fin quando potrò continuare a rinviare il tuo arrivo” rispose Sara , in evidente agitazione.

Continuava a guardare fuori della finestra del salone .Temeva che Greta avesse potuto seguirla.

Era troppo piccola per chiederle di stare al gioco e per spiegarle il motivo di tutti quei segreti.

“Sono passata giusto per sapere se è tutto a posto e se i piani sono confermati”

Alessandro ebbe un attimo di esitazione

“Si , certo . Tutto confermato. Hai conosciuto Claudia , come ti è sembrata ?” aggiunse poi

A Sara Claudia piaceva molto : ne ammirava la positività , l’allegria innata e la freschezza .

Lo disse ad Alessandro ma sorvolò sul fatto che l’aveva vista ancora molto provata dalla perdita di Marco.

Era già con un piede fuori di casa quando Alessandro le mise in mano un foglio piegato a metà.

“Ricordi quello che devi fare ?” si informò

“Certo. Stai tranquillo” uscì in giardino , subito intercettata da Luna “Passerò ancora a trovarti , ma non so dirti quando”

“Non preoccuparti, non rischiare. Manca poco ormai”

“Ok , allora ci sentiamo.” disse Sara indicando il telefono cellulare che sbucava dalle tasche della camicia.

“Perfetto…”L’uomo sorrise e quindi aggiunse con aria sinceramente riconoscente “Grazie …per tutto.”

Sarà gli lanciò un bacio con una mano , mentre si chiudeva alle spalle il cancello e , recuperata la bici da terra, tornò sui suoi passi .

Rimasto solo, Alessandro sedette sulla poltrona vicino alla grande finestra dalla quale si poteva scorgere il sentiero e vedere il via vai di biciclette che, in quelle giornate di sole , andavano e venivano dal lago.

Nascosto dalla tenda riuscì a vedere Sara e Greta allontanarsi e si chiese, come faceva ormai da un anno , se stesse facendo la cosa giusta.

Marco poteva essersi sbagliato.

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