Tiberio, Cusani lascia il carcere insieme a Masi e Volpe: disposti i domiciliari. Obblighi di firma per altri tre imputati

Hanno lasciato il carcere poco dopo le 14 di oggi Armando Cusani, sindaco di Sperlonga, l’imprenditore Nicola Volpe, consigliere comunale di Prossedi, e l’architetto Isidoro Masi responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Sperlonga a scavalco con l’incarico di responsabile del settore Politiche della scuola della Provincia di Latina durante i fatti che la Procura ha contestato loro nell’ambito dell’inchiesta Tiberio sul sistema di appalti pilotati nei comuni di Sperlonga, Prossedi e Priverno e omissioni relative al mancato ripristino dello stato dei luoghi dell’Hotel Grotta di Tiberio di Sperlonga che è costata a Cusani, comproprietario della struttura, anche l’accusa di corruzione. Visibilmente provati da quattro mesi e due giorni di carcere, i tre sono andati via con i loro congiunti senza rilasciare alcuna dichiarazione. Un po’ di tensione fuori dal carcere per la presenza dei cronisti contro i quali un parente dei tre imputati del processo in corso ha rivolto frasi offensive.

Cusani, Volpe e Masi si trovano ora ai domiciliari per effetto dell’ordinanza del Tribunale emessa a seguito della richiesta delle difese l’altro ieri durante la prima udienza del processo per la libertà o misure meno inflittive. L’ordinanza ha riguardato anche altre posizioni, ovvero coloro che si trovavano agli arresti domiciliari. Per loro è stata disposta la libertà con l’obbligo di firma una volta a settimana. Si tratta di Antonio Avellinio, Andrea Fabrizio e Massimo Pacini. Mentre coloro i quali avevano chiesto riti alternativi restano ai domiciliari, Gian Pietro De Biaggio e Domenico D’Achille.

La prossima udienza è prevista per il 13 giugno. L’altro ieri sono state ammesse quali parte civile i Comuni di Priverno, Prossedi e Sperlonga, quattro consiglieri di opposizione di Sperlonga associazione Antonio Caponnetto e Carmine Tursi, il cittadino di Sperlonga che per primo denunciò gli abusi edilizi perpetrati all’interno dell’hotel Grotta di Tiberio di proprietà di Cusani e del suocero Erasmo Chinappi.