Latina, la teoria del complotto in cerca d’autore. Se la colpa è dei giornalisti

Da oltre un anno ormai il giornalismo pontino, fatta eccezione di qualche mosca bianca, è al centro della critica dei supporter dell’amministrazione comunale in carica a Latina: si agitano, irrompono sui social a file serrate nel silenzio più assordante di chi riceve protezione.

Eppure la maggior parte dei cronisti è sempre la stessa: molte delle firme in campo sono ultra decennali, quelle che tanto piacevano alla denuncia civile per la rinascita cittadina e per la rivoluzione della normalità all’improvviso non sanno più scrivere bene. Chissà perché… “Il club degli incompresi”, come lo ha definito questa mattina il collega Marco Cusumano, trabocca di livore. Guai a osservare troppo, commentare, criticare quella Latina Bene Comune eletta per scrivere un nuovo libro, non più di malgoverno, ma di buone pratiche amministrative basate sui principi della trasparenza e della legalità, dell’efficienza del fare le cose normali. Guai. Se lo fai allora stai con quelli di prima, quelli degli scandali, degli arresti e sei così di parte che non ti accorgi del progresso innescato da Lbc. Certo un progresso a rilento per colpa del passato ma che comunque è un nuovo inizio. E se ti permetti di dire che qualche procedura non è in linea con i principi della buona amministrazione, allora forse, non sei manco di destra, sei del Pd che rosica perché messo ko dal civismo. Sei un grillino senza né arte e né parte che non è riuscito neanche a farsi certificare la lista. Non sei nessuno e dai voce a quei quattro sfigati che alle scorse comunali hanno perso contro lo tsunami Lbc.

La città è giovane, ma non abbastanza per non conoscere la critica che il giornalismo pontino ha osato fare alle amministrazioni di Ajmone Finestra, Vincenzo Zaccheo e Giovanni Di Giorgi. Massacrate. E se i sindaci obiettavano ci mettevano la faccia, non ricorrevano alle truppe. Oggi il club degli incompresi manda in orbita post satirici commentati da soldati schierati, penne armate provenienti da regimi dittatoriali che istigano alla querela e che invece di far emergere il buono di Lbc che il giornalismo pontino miope e fazioso non riesce a vedere ciurlano nel manico del passato.

Il collega Cusumano avverte: “La comunicazione in mano al Club degli Incompresi affonderà Lbc”. Forse Lbc e il club sono la stessa cosa, destinati agli abissi se non si avrà il coraggio di recidere in fretta la corda della zavorra. La teoria del complotto non aiuta alla nuova storia della città. Altro che comunicazione 2.0, è una comunicazione all’anno zero, data di inizio il 7 settembre 2016 quando Lbc tentò di imbavagliare la stampa argomentando di avere avvertito la necessità di sottoporre ad autorizzazione la diffusione di immagini e riprese effettuate durante le sedute pubbliche dei Consigli comunali e delle commissioni consiliari. All’epoca girava un video “scomodo” e si voleva tutelare la privacy di sindaco e assessori. Poi l’amministrazione glissò sullo scottante tema. Oggi però se vai ad assistere a una seduta di commissione e i toni tra maggioranza e opposizione si alzano la colpa è dei giornalisti schierati (vedi video). Abbiamo vissuto anche questo.