Latina, stima e gratitudine di Stampa Romana al tenente colonnello Dimiccoli: esempio di correttezza

Il segretario di Stampa Romana Lazzaro Pappagallo, il tenente colonnello Pietro Dimiccoli e il colonnello Gabriele Vitagliano

Il tenente colonnello Pietro Dimiccoli esempio di correttezza nei rapporti con gli organi di informazione. L’ufficiale, in servizio presso il Comando provinciale dell’Arma dei carabinieri di Latina, ha ricevuto questa mattina un’attestazione di stima e gratitudine da parte del sindacato dei giornalisti Associazione Stampa Romana. Il segretario Asr Lazzaro Pappagallo ha consegnato al tenente colonnello Dimiccoli, accompagnato dal comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Gabriele Vitagliano, una targa per il merito di aver instaurato un rapporto corretto con i cronisti presenti a Latina e in provincia. Un carabiniere giornalista, iscritto all’Albo nell’elenco dei pubblicisti, che quotidianamente ha l’onere e l’onore di confrontarsi al meglio con i colleghi indossando la sua divisa. Un compito non facile che Dimiccoli svolge con naturalezza da diversi anni. Emozionato per il riconoscimento, ha voluto condividere il suo “successo” con l’Arma dei carabinieri che gli ha concesso di avere lo speciale rapporto con la stampa.

La consegna della targa è avvenuta ad apertura del corso di formazione e aggiornamento professionale dei giornalisti, organizzato presso la sala congressi dell’Ordine dei Medici di Latina, dal titolo “Media e identità di genere: l’informazione che non discrimina”.

La lezione di deontologia professionale valevole per 7 crediti formativi ha approfondito, con l’aiuto di esperti e giornalisti, il ruolo dei media nel contrasto alle discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Lo scopo è stato quello di contribuire a una conoscenza in termini psicodinamici del processo di costruzione dell’identità e dell’identità di genere, ritenendola necessaria premessa allo svolgimento di una informazione corretta e chiara. Tema che impone una riflessione sulla questione deontologica, sulla terminologia e sul linguaggio mediatico utilizzato nell’affrontare gli specifici argomenti. Il linguaggio, infatti, può sciogliere, mantenere o produrre ambiguità, confusioni ed equivoci di cui si nutrono i pregiudizi e gli stereotipi più radicati.