Latina, incognita ad oltranza sulla sanatoria delle sepolture chiesta da Ipogeo

La presidente Nicoletta Zuliani, la segretaria della commissione, il consigliere Olivier Tassi e l'architetto Giovanni Della Penna

“Alla prima estumulazione parte una denuncia penale”. Così oggi pomeriggio Massimo Cusumano, presidente dell’associazione Codacons Latina, intervenuto in commissione Trasparenza, presso il Comune di Latina, su invito della presidente Nicoletta Zuliani. Un messaggio chiaro, senza ombre, quello di Cusumano, basato su un ragionamento semplice e lineare: il contratto di project financing che il Comune di Latina ha stipulato con l’Ipogeo per l’ampliamento e la gestione del cimitero del capoluogo, contenete il regolamento dei servizi che fissa la durata delle concessioni dei loculi a 30 anni, non può avere effetto retroattivo.

Dello stesso avviso il presidente Antonio Bottoni dell’altra associazione per la tutela dei cittadini, Codici Latina, invitata al tavolo per cercare di sollecitare l’amministrazione in carica ad una risposta istituzionale a tutti quei cittadini che hanno seppellito i loro cari prima del 2009, quando la durata di concessione dei loculi era fissata a 90 e 60 anni e che da un anno a questa parte si sono visti sollecitare da Ipogeo una richiesta di ricognizione delle sepolture ponendo alla base la durata trentennale pena la minaccia di estumulazione per tutti coloro sprovvisti di contratto. Praticamente tutti, perché il Comune di Latina ha concesso loculi sulla base dei versamenti effettuati dalle famiglie ai quali veniva rilasciata una bozza di contratto. “Queste sepolture – ha detto Bottoni – non possono essere considerate abusive perché vale il fatto concludente. Tra l’altro in tanti hanno anche pagato la tassa di registrazione del contratto”. Quindi l’invito a non pagare anche da parte di Codici che ha già promosso azioni legali a tutela dei cittadini.

Che il regolamento non può avere un effetto retroattivo lo ha detto a chiare note anche il dirigente del servizio Avvocatura comunale, l’avvocato Francesco Di Leginio, presente in commissione insieme al dirigente dei Lavori pubblici, l’architetto Nunzia Lanzillotta, e al dirigente in ferie obbligate per pre-pensionamento, l’architetto Giovanni Della Penna. “Lo sa anche uno studente del primo anno di Giurisprudenza che un regolamento non può avere effetto retroattivo”, ha sottolineato Di Leginio dopo una puntualissima disamina della bozza del Regolamento comunale di Polizia Mortuaria definita il primo luglio 2013, dopo il lavoro redatto dai dirigenti di cinque servizi comunali a cui la giunta affidò il delicato compito a febbraio del 2012. Una bozza di Regolamento mai arrivata in Consiglio comunale per la sua definitiva approvazione, nonostante contenga tutte le risposte alla città: “E’ scritto tutto qui”, ha detto Di Leginio. L’avvocato ha precisato che a metà percorso del lavoro svolto dal tavolo istituito ad hoc per la redazione del nuovo Regolamento di Polizia Mortuaria, l’allora segretario comunale con una riservata al sindaco sollevò alcune criticità e che alla fine l’ingegnere Lorenzo Le Donne non firmò gli atti conclusivi. Di Leginio ha fornito ai commissari il numero di protocollo della riservata, mantenendo però il riserbo sul contenuto.

Ad oggi è vigente il Regolamento di Polizia Mortuaria del 1938, cento articoli, contro i 110 della bozza mai approvata, che disciplinano la materia senza sbavature, “di gran lunga superiore al disciplinare della Ipogeo”, ha precisato Della Penna che ha poi riferito di essersi rifiutato di sottoscrivere i contratti in bianco sottopostigli da Ipogeo per le nuove tumulazioni: “Si pretendeva una firma in bianco su carta intestata Ipogeo, neanche morto l’avrei firmata”.

Fin qui, quindi, tutti d’accordo nell’affermare che la Ipogeo non potrebbe imporre la modifica della durata dei contratti di concessione dei loculi stipulati prima del 2009 e non ancora scaduti in base alla durata vigente al momento della tumulazione. Problema risolto, quindi. Niente affatto perché è l’amministrazione che lo deve “istituzionalizzare” e dire ai cittadini se devono o non devono sottostare alla richiesta da parte della Ipogeo di “regolarizzazione” delle sepolture.

L’architetto Lanzillotta ha frenato gli entusiasmi: “E’ vero che le norme non sono retroattive, ma è pur vero che il rapporto tra il Comune e la Ipogeo si è di fatto cristallizzato. Occorre un Regolamento di Polizia Mortuaria che sia frutto di una mediazione con il concessionario del cimitero”. L’assessore al ramo Emilio Ranieri le ha fatto eco, promettendo un’operazione di trasparenza che non intacchi con un nuovo regolamento il contratto di project financing sottoscritto con Ipogeo, per non incorrere in ulteriori contenziosi. Parole lontane un miglio da quelle pronunciate in campagna elettorale da Lbc che oggi ha chiesto ancora tempo per sbrogliare la matassa.

“Il cimitero è come un campo minato – ha detto il consigliere di maggioranza Olivier Tassi -, dobbiamo fare attenzione a dove mettere i piedi per non saltare in aria”. A questo punto è intervenuto il consigliere di opposizione Andrea Marchiella che ha chiesto insistentemente all’assessore Ranieri una risposta da dare ai cittadini: “Tutto ciò che è stato detto è cosa nota, qual è la novità? Dove sta la risposta? I cittadini devono pagare per un nuovo contratto oppure no”. Ranieri: “Stiamo lavorando, ma non posso ora in questa sede dare delle risposte”.

La consigliera Marina Aramini ha riaperto il discorso sulla mancata approvazione del Regolamento di Polizia Mortuaria da parte della precedente consiliatura. Il consigliere Alessandro Calvi, in passato in maggioranza, ha spiegato che l’amministrazione aveva dato un particolare impulso alla regolamentazione della Polizia Mortuaria tant’è che in pochi mesi la bozza era pronta ma che la crisi politica di fatto ne aveva impedito la stretta finale, ricordando anche la mancata firma degli atti da parte del Rup. Il suo consiglio rivolto a Latina Bene Comune è stato di ripartire da quella bozza che come detto dall’avvocato Di Leginio contiene tutte le risposte del caso.

Presente in commissione anche il vice sindaco Paola Briganti che a domanda diretta da parte di Marchiella se era a conoscenza della riservata citata dall’avvocato ha detto di no e di averlo appreso in questa sede. Sul contenuto della riservata gli esponenti di maggioranza hanno mostrato curiosità. E visto lo stretto riserbo del dirigente dell’avvocatura a svelare il segreto è stato, a margine della seduta, Sergio Sciaudone. Il segretario provinciale del Partito Comunista ha detto che il contenuto della lettera è nota alle cronache dal 2013 e che lui stesso, sulla base di questa missiva, aveva fatto una quindicina di comunicati stampa: diceva sostanzialmente che quel regolamento dava fastidio a Ipogeo, motivo per cui il Rup non firmò.