Latina, devastata la stele dedicata a Norma Cossetto. “Un affronto a una giovane istriana torturata e uccisa perché italiana”

Ci risiamo. Li chiamano vandali, o “ragazzini passati per caso con la bomboletta in mano” ma così non è. Parola del consigliere Matteo Coluzzi. Lo sdegno per il danneggiamento della stele dedicata alla memoria di Norma Cossetto, a cui è stato intitolato il parco cittadino del quartiere Nuova Latina (Q4), è profondo e attraversa la città da destra e sinistra. Ieri la cerimonia di intitolazione del Giardino di Norma Cossetto, decisa all’unanimità del Consiglio comunale, e questa mattina la brutta sorpresa.

Vernice rossa per riprodurre la “A cerchiata”, simbolo del movimento anarchico (usato impropriamente?), è stata impressa davanti e dietro la lastra di marmo con su incisa la dedica del Comune di Latina alla studentessa istriana, martire delle foibe. Un’offesa (inconsapevole?) alla giovane donna, catturata e imprigionata dai partigiani slavi nel 1943, seviziata e violentata dai suoi carcerieri, e poi gettata in una delle tante voragine carsiche sul territorio della Venezia Giulia. Ieri il Giorno del Ricordo, per non dimenticare le vittime delle foibe e degli esuli istriano-dalmati. Nella notte il raid. La stele danneggiata, i fiori e il tricolore gettati in mezzo al fango.

Questa mattina il consigliere comunale Coluzzi è tra i primi sul luogo, incredulo per l’accaduto, indignato: “Un affronto a chi – scrive poco dopo in un post su Facebook -? Ad un avversario politico? Proprio no. Solamente ad una ragazza istriana di 23 anni torturata ed uccisa perché italiana. Al tricolore che questa mattina ho rimesso al suo posto perché gettato in mezzo al fango. La parola vergogna non è abbastanza”.

Neanche un mese fa a Latina erano stati danneggiati la stele di piazza Dante, sulla quale con la vernice nera era stata cancellata la scritta Littoria e ricoperte le spighe di grano incise sul marmo con la scritta “antifa” , e il monumento ai caduti all’interno del Parco cittadino intitolato la scorsa estate alla memoria dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Con la vernice nera la scritta “ai caduti di tutte le guerre” era stata corretta in “ai caduti partigiani di tutte le resistenze”, firmato A cerchiata.

Appresa la brutta notizia, l’amministrazione comunale di Latina ha provveduto a rimuovere la scritta vandalica dalla stele sulla quale, fortunatamente, era stato applicato preventivamente uno strato protettivo. La vernice è stata cancellata con del diluente. Al vaglio i filmati delle telecamere di video sorveglianza della zona. Si spera di rintracciare i responsabili del danneggiamento. Sarà comunque sporta una denuncia contro ignoti.

Le reazioni

“L’atto vandalico compiuto sulla stele dedicata a Norma Cossetto, neanche un giorno dopo l’intitolazione, è un gesto chiaramente da condannare. Proprio come è stato per gli sfregi al monumento ai caduti e sulla stele di Piazza Dante, compiuti pochi giorni fa sempre a Latina. È proprio in momenti come questo che bisogna ribadire con fermezza il valore di comunità, fare fronte comune contro chi – in nome soltanto della propria ignoranza – compie atti contro il bene pubblico e contro la storia”. Così Fabrizio Porcari (Liberi e Uguali), candidato al Consiglio Regionale del Lazio.
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“Un gesto vile e vergognoso”. Claudio Durigon, candidato capolista della Lega per Salvini premier nel collegio Latina-Frosinone, condanna in modo netto l’atto vandalico eseguito nella notte a Latina: “Una profanazione incivile eseguita da chi non ha nulla a che spartire con i valori di libertà, democrazia e amor di patria. Voglio ricordare a tutti che la povera Norma Cossetto insieme a tanti altri esuli istriani hanno preferito vivere liberi in Italia piuttosto che schiavi a casa propria. Anche per questo noi ancora oggi affermiamo ‘Prima gli italiani'”.
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Condanno il gesto, condanno la violenza in ogni sua forma e provenienza. Ciò che più mi fa male – afferma Federica Liburdi, candidata della Lega al Consiglio regionale del Lazio – è che vi siano ancora persone che non hanno capito che la bestialità umana non ha colore politico, né razza, né Paese, ma che va sempre combattuta. La storia deve essere in questo caso un esempio, per non ripetere gli errori commessi”. Molto toccante una testimonianza dell’epoca, che ancora oggi impone una riflessione. “Signorina non le dico il nome, ma io quel pomeriggio dalla mia casa che era vicina alla scuola, dalle imposte socchiuse, ho visto sua sorella legata ad un tavolo e delle belve abusare di lei: alla sera poi ho sentito anche i suoi lamenti.Invocava la mamma e chiedeva acqua, ma non ho potuto fare niente, perché avevo paura anch’io”. (Dal racconto di Licia Cossetto, sorella di Norma)
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“Un atto vergognoso eseguito da chi è senza valori”. Francesco Zicchieri, coordinatore regionale della Lega e candidato alla Camera nel collegio uninominale di Frosinone nord, condanna in modo netto il gesto compiuto nella scorsa notte presso i Giardini del Q4 a Latina. “Una profanazione incivile eseguita da chi non ha nulla a che spartire con i valori di libertà, democrazia e amor di patria –afferma Zicchieri- voglio ricordare a tutti che la povera Norma Cossetto insieme a tanti altri esuli istriani hanno preferito vivere liberi in Italia piuttosto che schiavi a casa propria. Anche per questo noi ancora oggi affermiamo ‘Prima gli italiani'”.