Latina, raggi di sole sull’incompiuta di Borgo Piave. La Trasparenza s’infiamma sulla gestione condivisa dei beni comuni

Da ex scuola a centro polivalente, un progetto realizzato con fondi regionali che versa in completo abbandono. Il degrado è dentro e fuori il cantiere. Erba alta quasi a coprire le finestre del primo piano, contatore del gas a vista, perché lo sportello è caduto giù, mentre qualche vecchia crepa riaffiora dall’intonaco rifatto; davanti al cancello arrugginito, nella parte del piazzale del parcheggio accanto alla scuola e alla chiesa, cassonetti dei rifiuti con immondizia che trasborda arricchita di mobili e suppellettili lì conferiti dai soliti ignoti. Welcome to Borgo Piave, ingresso nord di Latina, dove abita l’incompiuta.

Il caso è stato “analizzato” oggi in commissione Trasparenza. La presidente Matilde Celentano (FdI) ha spiegato che la realizzazione, al posto della vecchia scuola, di una struttura polivalente, per attività sociali dedicate a giovani, anziani, bambini e attività post scolastiche e parrocchiali, per i residenti del borgo e di quelli di Borgo Santa Maria, era stata sollecitata nel 2008 da una petizione popolare portata avanti da associazioni e comitati del luogo e anche dal parroco don Livio Di Lorenzo. Un’istanza subito recepita dall’amministrazione comunale con delibera di Consiglio e poi finanziata nel 2009 dalla Regione Lazio con un contributo di 377mila euro. I lavori partiranno nel 2012 con l’affidamento ad una ditta che tuttavia, pur portando avanti le opere richieste, registrerà difficoltà a ricevere il pagamento per ritardi da parte della Regione nell’erogare i fondi stanziati. L’inizio della fine con la chiusura del cantiere senza la realizzazione dell’impianto elettrico e poche altre rifiniture.

L’architetto Paolo Ferraro, dirigente del servizio Bellezza, manutenzioni e decoro, invitato a prendere parte alla seduta della Trasparenza, ha riferito ai commissari che la ditta incaricata, che aveva ricevuto soltanto due tranche di pagamento, aveva chiesto la rescissione del contratto. E nel 2015 è uscita definitivamente di scena con un accordo bonario. L’architetto ha riferito anche che per il completamento dei lavori sono necessari 52mila euro e che la spesa, pur essendo stata prevista nel bilancio del 2018, necessita di una variazione. Il documento di programmazione – ha spiegato l’architetto Ferraro – prevedeva che la spesa fosse coperta dagli introiti derivanti dagli oneri concessori, che al momento non sono disponibili. Il dirigente ha però assicurato che è stato dato l’ok ad una variazione di bilancio che consentirà a breve di procedere con i lavori che saranno affidati con gara pubblica. Dopo 10 anni ci sono ancora speranze di poter inaugurare la struttura polifunzionale di Borgo Piave e di poterla utilizzare al meglio.

Ma il dibattito in commissione Trasparenza ha preso subito toni molto polemici. Il consigliere Alessandro Calvi (FI), vice presidente della commissione Trasparenza, ha chiesto notizie utili a capire come mai la casa cantoniera di Borgo Sabotino, il cui restauro è stato portato a termine diversi mesi fa, risulta ancora chiusa. Il dirigente Ferraro ha detto che l’edificio secondario sarà destinato quanto prima alla Guardia Costiera, che è attualmente ospitata a Borgo Grappa in uno stabile di proprietà della Provincia di Latina che dovrà lasciare per interventi di manutenzione, a il distaccamento della Polizia Locale che sarà traslocato dalla sede attuale. A questo punto è intervenuto il consigliere di maggioranza Emanuele Di Russo (Lbc) che, nel contestare la competenza della commissione Trasparenza su questo tipo di argomenti, ha detto che la struttura sarà assegnata attraverso la sperimentazione dei patti di collaborazione previsti nel Regolamento della gestione condivisa dei beni comuni.

“E chi lo ha deciso?”, ha subito replicato Calvi contestando l’inadeguatezza di questa tipologia di assegnazione per una struttura “importante”, riqualificata con i fondi di Terna destinati al territorio. Di Russo aveva appena detto che la proposta era arrivata da cittadini già prima della consegna dei lavori e che si stava verificando se c’erano le condizioni per portare avanti la complessità dell’iter richiesto per i patti di collaborazione. Un discorso che non è piaciuto affatto al vice presidente Calvi, che ha minacciato un esposto in Procura, qualora iniziassero “trattative” prima di un avviso pubblico aperto a istanze in concorrenza, ribadendo l’inadeguatezza di assegnare l’immobile con questa procedura.

La giovane consigliera Valeria Campagna (Lbc) ha tentato di gettare acqua sul fuoco spiegando la logica dei patti di collaborazione che partono dal basso e che da quando è stato approvato il regolamento sono pervenute numerose istanze presso l’ufficio preposto in capo all’assessorato guidato da Cristina Leggio. Il commissario Calvi ha ribadito la necessità di procedere in modo più trasparente stabilendo prima quali siano i beni comunali da affidare con i patti e quali quelli da affidare con concessione per poi procedere in entrambi i casi agli avvisi.

Nel corso dell’accesa discussione Di Russo ha anche detto che il 6 giugno prossimo si sarebbe tenuta una manifestazione pubblica a Borgo Sabotino, in occasione dell’affidamento con patto di collaborazione del parco giochi, inserito nel contesto della casa cantoniera restaura, per coinvolgere i cittadini nell’eventuale possibilità di estendere la collaborazione per il resto della struttura. Il dubbio di Calvi, consistente nel fatto che sarebbe stato deciso già tutto, senza passare per le commissioni, si è ulteriormente amplificato. Il consigliere Raimondo Tiero (Idea), provocatoriamente, ha chiesto se avrebbe potuto invitare anche lui qualche associazione alla festa del 6 giugno.

Tornando alla struttura polivalente di Borgo Piave, Di Russo ha accennato al fatto che l’amministrazione sarebbe interessata a portare avanti anche in questo caso patti di collaborazione. Identica l’obiezione di Calvi.