Sezze, emergenza PPI, la difesa a spada tratta di Enzo Eramo

Forse non avuto il sufficiente risalto mediatico, ma durante il consiglio comunale dello scorso 13 luglio, con punto all’ordine del giorno il rischio chiusura del Punto di Primo Intervento di Sezze, il Presidente del Consiglio Enzo Eramo è stato più che eloquente nel prendere posizione a favore del mantenimento del presidio. Come testimoniato dalla delibera riportante passo per passo la discussione, il più votato dell’intera assise comunale alle scorse elezioni ha dichiarato: “lo dico con molta schiettezza, si è fatto più un investimento su Roma a discapito delle Province e dei territori. Dico questo perché se non ripartiamo da un senso di chiarezza e di risarcimento di quelle che sono le province, di quello che è il territorio, se non ripartiamo da qui, sottolineando politicamente la futura programmazione in ambito regionale, non andiamo da nessuna parte c’è un equivoco e continua a mantenere l’equivoco. Allora credo che questo sia un punto dirompente per la nostra provincia, perché io mi sento di fare un discorso che non né in termini localistici. La battaglia, come ricordato prima, va fatta con gli altri comuni; va fatta anche con la stessa città di Latina, perché per noi i servizi ospedalieri sono quelli dell’ospedale di Latina e per cui una migliore sanità passa tramite il fatto di avere finalmente un DEA di secondo livello all’altezza, che possa permettere a ognuno di noi di avere un’assistenza sempre più qualificata. Si proponeva di mettere delle ambulanze; si parlava di un’ambulanza ogni 50.000 abitanti; questo è demenziale! Il nostro territorio che è fatto di collina, di montagna; immaginate le varie chiamate, le difficoltà che tutto questo provoca: per cui questo è un discorso credo che non abbia nessun tipo di fondamento. Non si tratta di campanilismo; questo discorso è demenziale ed è l’opposto del campanilismo. Non possiamo permettere che ogni sei mesi ci sia una trasmigrazione continua da parte dei medici che vanno in quel punto di primo intervento e per cui chiedo credo che sia opportuno l’investimento su quello che è la figura di medici che possono essere assunti definitamente, che abbiano competenza e professionalità specifica. Sapete che nel Lazio scade il commissariamento a fine dicembre e il Lazio dal primo gennaio 2019 può essere di nuovo padrone della propria sorte con delle scelte a livello politico, istituzionale e quindi fare delle scelte che tengono conto di tutto quello che abbiamo vissuto e non lo facciamo, lo ripeto, per becero campanilismo ma lo facciamo sulla base di tutto quello che è stato tolto a questi territori per cui ci devono risarcire da un punto di vista di servizi, della qualità dei servizi. Credo che a Roma vada condotta questo tipo di battaglia”.