La storia di una famiglia armena rifugiata a Maenza vince il premio Fiuggi. Il libro di Zerunian pubblicato da Atlantide

Dolcissimo amore dagli occhi grandil’ultimo libro di Sergio Zerunian, pubblicato da Atlantide editore, la casa editrice di Latina diretta da Dario Petti, si è aggiudicato il Premio Fiuggi Storia sezione Lazio meridionale 2018, ex aequo con Erasmo Di Vito e Francesco Di Giorgio, autori de “L’ Odissea degli internati militari della provincia di Frosinone nell’inferno del Terzo Reich” (Centro documentazione e studi cassinati). La cerimonia svoltasi sabato mattina 22 settembre nell’aula consiliare del Comune di Fiuggi sotto la direzione del giornalista Pino Pelloni ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso e attento. Trentuno le opere iscritte a questa nona edizione, quattordici quelle selezionate come finaliste di cui ben sette di Atlantide editore. Durante la manifestazione che ha visto il saluto dell’assessore al turismo Simona Girolami, è stato conferito un premio speciale all’Archivio Innocenzo III di Segni per la sua meritoria attività di conservazione.

Il libro di Zerunian narra l’avventurosa vicenda di una famiglia armena in fuga dal genocidio perpetrato dall’Impero Ottomano, che nei primi del ‘900 si sottrae ad un tragico destino rifugiandosi nel paesino di Maenza sui Monti Lepini, dove metterà nuove radici. Si tratta di una storia vera, quella delle origini familiari dell’autore. Autorevole l’introduzione al volume, ne è autrice infatti Antonia Arslan, archeologa, docente universitaria di letteratura italiana a Padova, ma soprattutto la maggiore scrittrice in Italia di vicende armene. Scrive la Arslan sul volume di Zerunian: “Questo libro mette a confronto i due mondi su un piano temporale parallelo, in capitoli che si alternano, e dà uguale dignità all’avventurosa fuga da Malatya della famigliola armena e all’altrettanto affascinante descrizione della povera – ma serena nella sua umile condizione – famiglia di contadini del paese di Maenza sui Monti Lepini. Sentendosi legato profondamente a entrambe le sue radici, quella armena e quella italiana, l’autore sente il bisogno di dare loro eguale importanza: ottiene così un effetto singolare – e interessante – di allargamento dei confini della narrazione, come se, per un effetto sottile di rifrazione, ogni capitolo descrivesse parte di un mondo che si specchia in un altro molto lontano.    Il figlio della famiglia armena, allontanato dalla natia Malatya per salvargli la vita, si inserisce operosamente nella società italiana e il destino lo porta a Maenza; là accoglierà la sorella vedova in fuga, coi suoi bambini. Il figlio della famiglia di Maenza, irrequieto e desideroso di vedere il mondo, emigra in America, poi fa il soldato sul Carso, lavora nella bonifica delle Paludi Pontine, fa il volontario durante la conquista dell’Etiopia; ma infine ritornerà al paese. Là le due vicende si intrecciano con un matrimonio, dal quale discende l’autore Sergio Zerunian”.

Sergio Zerunian, libero professionista nel campo della Biologia ambientale, già ufficiale del Corpo Forestale dello Stato è attualmente docente a contratto di Ecologia presso “La Sapienza” Università di Roma – sede di Latina. Ha svolto attività di ricerca in vari campi della Zoologia e dell’Ecologia animale, pubblicando decine di articoli scientifici e alcuni saggi. È stato inoltre curatore del volume di memorie di sua madre Angelica Belli, “Ricordi di quand’ero bambina. La vita a Maenza negli anni Trenta del Novecento” sempre per Atlantide editore.