Meglio povero che poveraccio, gli aforismi di Campagna in una raccolta pubblicata da FusibiliaLibri

La copertina del libro

“Gli aforismi contengono il mondo e quelli di Roberto Campagna lo distillano addirittura, restituendo al lettore il senso amaro e consolatorio della vita, vista con la consapevolezza della maturità”. Così la poetessa e performer Antonella Rizzo definisce “Meglio povero che poveraccio”, l’ultimo libro del sociologo e giornalista pontino, pubblicato da FusibiliaLibri.

L’autore suggerisce in particolare di affrontare le peripezie della vita con l’antidoto del buon senso e, soprattutto, dell’ironia. Quando si ha la necessità di fare il punto della situazione, di ritirarsi dagli orpelli delle parole opulente, questa plaquette è un dono prezioso. Campagna è uno scrittore vorace di esperienze, un esperto di gastronomia e di politica, delle contraddizioni e delle riconciliazioni presenti nel Dna della sua terra di origine, dalle tradizioni salde e veraci. Sono centottantacinque gli aforismi che compongono questo libro.

Il motivo per cui Campagna si è fermato a questa quota, cerca di spiegarlo nella presentazione dello stesso volume Rino Caputo: “Si potrebbe discettare a lungo sulle motivazioni esterne, di superficie, e interne, scomodando l’inconscio. In realtà l’autore si è trovato di fronte al duplice rischio dell’opera interminabile e dell’incompiuta. Mettere un fermo, apparentemente casuale, aiuta a cominciare. E a finire…”. Da sempre Campagna ama parlare in tono aforistico e da sempre ama il gioco delle parole: uno dei suoi libri più famosi è “101 filastrocche in fila per 1”, un libro in cui le ha usate, le parole, oltre che per divertire i bambini, per trasmettere agli stessi considerazioni ed esperienze personali. Lui dunque  non è nuovo alla pratica della scrittura sapida, allusiva e, insieme, persuasiva. In questi aforismi c’è, ovviamente, come stabilito nei secoli, tutto e il contrario di tutto: la saggezza popolare, spesso rischiosamente collimante col “senso comune’’ e la distillazione faticosa della sintesi intellettuale. Ma c’è il tono umoristico dell’uomo contemporaneo. Come tutti gli aforismi, quelli di Campagna sono sì concisi e asciutti ma, oltre a una fine ironia, contengono una forte carica comunicativa che scuote e fa riflettere il lettore.

“Ciò che l’autore dice – ha sottolineato Antonella Rizzo –  è patrimonio di tutti, immagini dello spirito che tutti abbiamo sperimentato di fronte alle delusioni, alle amarezze, alle piccole gioie conquistate con fatica. Ed è facile nutrire la convinzione di sentirsele proprie perché appartenenti all’inconscio collettivo del quale tutti facciamo parte. Ma il ruolo dello scrittore è quello del portatore del Verbo, colui che non racconta per sconfiggere una sofferenza ma per sentirla uguale a quella di tutto il mondo. Mancava una raccolta di questo genere, nel ginepraio degli autori contemporanei, una risposta immediata al male di vivere. Pregevole – ha concluso –  come tutti i volumi FusibiliaLibri la veste editoriale, il formato singolare, la carta che al tatto ricorda la patina vellutata delle uova di struzzo”.