Aprilia, morto dopo la ronda: Giovanni Trupo condannato a 9 anni

E’ stato condannato a 9 anni di reclusione Giovanni Trupo, la guardia giurata accusata dell’omicidio preterintenzionale di Hady Zaitouni, cittadino marocchino, inseguito perché sospettato di essere un ladro, ad Aprilia. La Corte d’Assise dopo oltre 5 ore di camera di consiglio è uscita con la sentenza e ha disposto anche provvisionali esecutive (risarcimenti immediati) per le parti civili, assistite dall’avvocato Perrelli: 20mila euro alla madre, 5000 per ogni fratello (sono in tutto 7), e 32mila euro per il figlio. Il risarcimento sarà poi definito in un separato procedimento.

Questa mattina si è svolto il giudizio abbreviato, che prevedere la riduzione di un terzo di un’eventuale condanna, davanti la Corte d’Assise del tribunale di Latina, presieduta dal giudice Soana.

Gli avvocati dell’imputato, Nicola Pisani ed Emilio Siviero, avevano prima scelto l’abbreviato secco, presentando però una consulenza sulla dinamica dei fatti che il giudice per l’udienza preliminare, Giuseppe Cario, aveva rigettato. Il processo era quindi iniziato in immediato. Poi di nuovo la scelta dell’abbreviato.

Il pubblico ministero Giuseppe Miliano ha ricostruito questa mattina i fatti avvenuti ad Aprilia la sera del 29 luglio 2018. Tre persone avevano inseguito l’auto con dentro quello che ritenevano un ladro. La vettura aveva urtato un muretto, l’uomo era scesa ed era stato colpito al volto. Poi si era accasciato a terra morto. Al termine della requisitoria ha chiesto 12 anni di carcere per l’unico imputato, Trupo.

La difesa ha chiesto invece l’assoluzione perché il fatto non sussiste, quindi di conseguenza per non aver commesso il fatto.

L’avvocato Ciro Perrelli, che assiste le parti civili – la madre Fatna Khaladi e i fratelli della vittima, in tutto 7 -ha sottolineato il paradosso di questa vicenda: “Il signor Zaitouni – ha detto – muore senza rendersi conto di ciò che stava accadendo, perché in auto dormiva e, subito dopo essere sceso, viene colpito e muore”.

L’avvocato delle parti civili Ciro Perrelli

Il professor Perrelli ha sottolineato anche l’importanza degli elementi di prova: la perizia autoptica e i video che riprendono il momento del fatto. “Dalle immagini si può vedere come il signor Trupo per primo si avvicina a Zaitouni”, poi ricorda una delle intercettazioni di chi vide l’aggressione che indicò chi colpì la vittima”. Al termine dell’arringa finale ha chiesto, per la perdita del rapporto parentale, 50mila euro per i fratelli e le sorelle e 200mila euro per la madre.

La sera del 29 luglio 2018 tre persone avevano inseguito la Megane trovata nel cortile del condominio di via Guardapasso. Dopo aver notato l’auto si erano avvicinati per capire chi fosse fermo in quella zona. Il conducente dell’auto, però, dopo averli visti è subito ripartito, provando, sempre secondo il loro racconto, anche ad investirli.

I tre sono quindi saliti in auto e li avevano inseguiti, restando in contatto con le forze dell’ordine. Infatti subito dopo l’incidente della Megane, finita contro un muretto davanti ad un bar di via Nettunense, sono intervenuti anche i carabinieri. A terra avevano trovato Hady Zaitouni ormai morto. Da tempo viveva ad Aprilia ed era già noto alle forze dell’ordine per alcuni furti in città.

L’indagato all’epoca negò di aver picchiato il 43enne e anche di aver visto l’incidente. Per conoscere le motivazioni della sentenza sarà necessario attendere 90 giorni.