Domenica 8 e lunedì 9 giugno si vota per cinque referendum abrogativi su lavoro e cittadinanza, ma in provincia di Latina l’incognita più grande resta l’affluenza. Complice il bel tempo e una crescente disaffezione verso le istituzioni, il rischio di un ampio astensionismo è concreto.
Per la validità del referendum è necessario raggiungere il quorum: almeno il 50% più uno degli aventi diritto deve recarsi alle urne. Ogni elettore potrà esprimere la propria preferenza barrando il “Sì” se intende abrogare la norma oggetto del quesito, oppure “No” se vuole mantenerla in vigore.
I cinque quesiti referendari
I quesiti proposti riguardano il mondo del lavoro e i diritti civili:
- Licenziamenti illegittimi – Si propone di eliminare le limitazioni al reintegro per i lavoratori licenziati senza giusta causa.
- Tutele nelle piccole imprese – Si chiede di abrogare le norme che escludono le aziende con meno di 15 dipendenti da alcune tutele contro i licenziamenti.
- Contratti a termine – Il quesito mira a ridurre il ricorso ai contratti precari, abrogando le disposizioni che ne facilitano la proroga.
- Responsabilità nei subappalti – Si propone di rafforzare la responsabilità del committente in caso di infortuni sul lavoro nei subappalti.
- Cittadinanza italiana – Si chiede la riduzione da 10 a 5 anni del requisito di residenza per gli stranieri extracomunitari che intendono richiederla.
Nel territorio pontino saranno aperte 513 sezioni elettorali, distribuite tra i diversi Comuni, con Latina che ne conta 116. Si potrà votare domenica dalle 15 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 23. Perché i quesiti referendari siano validi è necessario il raggiungimento del quorum: almeno il 50% più uno degli aventi diritto dovrà recarsi alle urne.
Gli elettori dovranno presentarsi al seggio muniti di un documento di identità valido e della tessera elettorale. In caso di smarrimento o deterioramento, è possibile richiederne una nuova presso l’ufficio elettorale comunale, che resterà aperto anche nei giorni del voto.









