Un appello diretto e senza giri di parole. “Serve un confronto immediato con la Regione Lazio per scongiurare speculazioni e tutelare uno dei settori più strategici del nostro agroalimentare: quello bufalino”. Lo afferma David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio, che ha annunciato l’invio di una lettera all’assessore regionale all’Agricoltura Giancarlo Righini per chiedere un incontro urgente.
La preoccupazione nasce dalla scadenza, fissata al 31 dicembre, dei contratti di conferimento del latte di bufala. Una fase delicata che, secondo Coldiretti, potrebbe aprire la strada a pratiche speculative capaci di destabilizzare l’intero mercato della mozzarella di bufala. “Il rischio – spiega Granieri – è che a pagare siano le aziende agricole, nonostante abbiano investito in qualità, innovazione e sostenibilità”.
Il Lazio è una delle aree di maggiore produzione bufalina d’Italia, con allevamenti concentrati soprattutto nelle province di Latina e Frosinone. Una filiera che negli anni si è distinta per standard elevati, modernizzazione degli impianti e attenzione al benessere animale, diventando un punto di riferimento a livello nazionale.
Lo scorso dicembre la Regione aveva stanziato sei milioni di euro per il settore bufalino laziale, considerati fondamentali per dare ossigeno agli allevatori. “Ma ora – sottolinea Granieri – è arrivato il momento di trasformare i fondi in azioni concrete. Senza interventi rapidi, il comparto rischia di perdere competitività, proprio mentre il mercato chiede qualità e continuità”.
Granieri richiama anche le possibili conseguenze sociali ed economiche di una crisi del settore: “Dietro ogni allevamento ci sono famiglie, lavoratori e territori. La mozzarella di bufala, simbolo del Made in Italy, non può diventare terreno di speculazione”.
L’appello è quindi duplice: aprire subito un tavolo di confronto per gestire la fase del rinnovo dei contratti e definire politiche di sostegno strutturali che valorizzino la filiera. “La sfida – conclude Granieri – è difendere il lavoro delle aziende bufaline laziali. Oggi più che mai hanno bisogno di istituzioni vicine e di scelte tempestive”.
Ora la palla passa alla Regione Lazio, chiamata a dare risposte rapide per garantire la tenuta di un settore che rappresenta non solo un pilastro economico, ma anche un patrimonio identitario e produttivo del territorio.









