Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha reso omaggio quest’oggi, al Palazzo del Quirinale, agli internati militari italiani in occasione della prima Giornata dedicata a coloro che, dopo l’8 settembre 1943, rifiutarono di arruolarsi con i nazisti e con la Repubblica di Salò, affrontando la deportazione nei lager. Tra i protagonisti ricordati c’era anche Mario Ciavaglia, 102enne di Cisterna.
La commemorazione si è aperta con la proiezione del filmato “L’altra resistenza”, dedicato ai 650 mila militari italiani deportati, ed è stata arricchita dagli interventi di rappresentanti delle associazioni dei reduci e dallo storico Luciano Zani, oltre alla toccante testimonianza di Abramo Rossi, ex ufficiale dei Carabinieri internato in Germania, intervistato da una studentessa.
Ciavaglia, allora giovane carabiniere, fu arrestato il 7 ottobre 1943 e trascorse 18 mesi nei campi di Klagenfurt e Selzthal, sopravvivendo al lavoro forzato e alle privazioni. Tornato in Italia, partecipò alla ricostruzione nazionale e nel 2015 ricevette la Medaglia d’Onore per i deportati nei lager. La sua vicenda è stata raccontata nel libro “Calce e Fiamma. Storia di deportazione, di fughe e d’amore” curato da Mauro Nasi, una copia del quale è stata donata al Capo dello Stato. Vista l’età, Ciavaglia non se l’è sentita di partecipare alla cerimonia, delegando le figlie, Luciana e Marina.

“È stata una grande emozione – hanno commentato le figlie di Mario – ascoltare racconti simili a quelli che papà ci ha raccontato tante volte a casa: storie di sofferenza, di sacrificio, che fortunatamente per noi hanno avuto un lieto fine”.
“La tenacia di Mario Ciavaglia è nota alla nostra comunità – ha detto il sindaco Valentino Mantini – e siamo orgogliosi dei prestigiosi riconoscimenti che sta ricevendo e aiutano a rendere noto un capitolo della nostra storia italiana rimasta a lungo sconosciuta, la deportazione dei Carabinieri, e a far comprendere l’assurdità di ogni guerra”.









