Prosegue l’inchiesta sulla morte di Paolo Mendico, il ragazzo di 15 anni trovato senza vita lo scorso settembre a Santi Cosma e Damiano. Le indagini dei carabinieri di Formia, coordinate dalle Procure di Cassino e di Roma, stanno entrando in una nuova fase. Sono stati infatti sequestrati gli smartphone di quattro compagni di classe, della vicepreside e di alcuni insegnanti dell’istituto tecnico “Pacinotti” di Fondi.
Gli inquirenti cercano nei telefoni, tra messaggi, chat, social network e registrazioni vocali, elementi utili a ricostruire la rete di relazioni che ha preceduto la tragedia. Le analisi forensi serviranno a stabilire tempi, interlocutori e contenuti eventualmente cancellati, per comprendere il contesto dell’ultimo messaggio scritto da Paolo nella chat di classe: “Riservatemi un posto in prima fila”, inviato poche ore prima del decesso. Sul fronte penale, il fascicolo della Procura di Cassino resta aperto contro ignoti con l’ipotesi di istigazione al suicidio. Il procuratore capo Carlo Fucci ha confermato che l’ufficio sta valutando gli esiti della relazione redatta dagli ispettori del Ministero dell’Istruzione, che nei giorni scorsi hanno concluso la loro attività.
Parallelamente, anche il Ministero e l’Ufficio scolastico regionale del Lazio hanno avviato procedimenti disciplinari nei confronti di docenti e personale non docente ritenuti coinvolti, dopo aver raccolto testimonianze, documenti scolastici e relazioni interne. L’obiettivo degli investigatori è ora definire la “timeline cruciale”, che va dalla sera del 10 settembre alle prime ore dell’11, incrociando le dinamiche online con i rapporti scolastici e personali del giovane. Un lavoro complesso, che punta a chiarire cosa sia realmente accaduto nelle ore e nelle settimane che hanno preceduto la tragedia.









