Nel documento approvato dalla consulta territoriale, la Uil di Latina lancia un allarme chiaro: nonostante campagne, leggi e sensibilizzazione, nella società persiste una visione distorta e antiquata della donna, ancora troppo spesso percepita come figura da controllare.
Dal 2019 al 2025 nel Lazio si contano 82 femminicidi, di cui 9 nella provincia pontina. Solo a Latina, nel 2024, i casi di donne maltrattate sono stati 426, in crescita rispetto ai 360 del 2023. Nei primi dieci mesi del 2025, nella regione, i femminicidi sono stati sette: uno nel nostro territorio.
«Il concetto di consenso continua a essere ignorato – spiega Francesca Toselli della Uil Latina – lo dimostrano episodi come i casi Pellicot e Genini, i gruppi social che mercificano il corpo femminile e la diffusione non consensuale di immagini intime. La nuova definizione italiana di stupro, che comprende il consenso, è un punto di svolta culturale».
La Uil insiste sulla necessità di rompere il silenzio: «Non basta non essere violenti. Occorre prendere posizione. Il silenzio degli uomini è la voce della violenza» ricorda Toselli, citando lo slogan del 25 novembre.
Preoccupante il dato sulle denunce: solo una donna su dieci trova la forza di rivolgersi alle forze dell’ordine. «La violenza di genere non è un fatto privato – scrivono le donne della Uil – ma riguarda l’intera comunità. Chi sceglie di non vedere contribuisce a mantenerla viva. È tempo di cambiare».









